Cronaca

Arrivano le elezioni, Salini alza il tiro contro Rossoni. L'ultima scusa, l'incasso della festa Pdl di Spino

Nella foto: Salini, Rossoni, Rossi e Beretta

“Fuori i conti”, quelli mai versati al Pdl. Tra gli addetti ai lavori della politica normalmente sarebbe passato inosservato, come un normale “scazzo” tra dirigenti dello stesso partito. Chi ha frequentato la “balena bianca” cremonese si ricorda di liti memorabili su tessere, voti, ricorsi ai probiviri, telefonate, risolte però nel chiuso delle sedi del partito. Ma l’aria di elezioni, la voglia di candidature e lo stato di agitazione nel Popolo delle Libertà, ingigantiscono oggi anche cose di poco conto. Così lo “scazzo” finisce sui media. Addirittura come pezzo d’apertura dell’online ispirato dal Presidente della Provincia, Massimiliano Salini, “L’inviatoquotidiano”. “Fuori i conti”, titola perentorio il giornale-web rivolto a Simone Beretta, uomo del Pdl vicino da sempre a Gianni Rossoni e al segretario cittadino di Crema Enzo Bettinelli.

Quali sono questi conti? La notizia è che non sarebbe stato fornito al coordinatore provinciale Luca Rossi il rendiconto della festa del Pdl di Spino d’Adda. Insomma una questione di burocrazia ed interna al partito che viene fatta passare come una questione di importanza vitale. Viene così pubblicata sull’online anche la mail del coordinatore provinciale Luca Rossi con la quale si chiede a Beretta, responsabile degli Enti Locali del cremasco, perché non si sa ancora nulla dei conti della festa di Spino mentre per quella di Soresina, Soncino e Pizzighettone sono già pervenuti i bilanci. “L’inviato” aggiunge anche una dichiarazione del segretario del Pdl di Spino d’Adda, Luigi Tascarella, che dice “non voglio ombre sulla festa del partito nel mio paese” e cita, con poco gusto, i casi Lazio e Fiorito. Così, per un caso burocratico (e da poche migliaia di euro: a tanto ammonterebbe il ricavato della festa) ecco che si scatena la bufera contro Beretta, Bettinelli ed ovviamente il loro riferimento politico cremasco, cioè il consigliere regionale Gianni Rossoni. “Se la politica è scesa a questi livelli – commenta Simone Beretta – è meglio che qualcuno si dedichi ad altro. Il responsabile degli enti locali non è il responsabile della festa. Io lavoro alle feste, dandomi da fare, sudando e portando gente. Non come altri che godono solo dei benefici della politica. E’ una polemica pretestuosa ed inutile che fa male al partito e probabilmente anche a chi l’ha portata avanti”.

Siamo comunque alla resa dei conti. Dopo la lite tra “saliniani” e “rossoniani” per la nomina del presidente di Padania Acque, con divagazioni di altre correnti del Pdl (tanto è vero che i candidati del partito erano quattro per un posto), la questione “Festa di Spino d’Adda” sembra proprio una ripicca nei confronti di Gianni Rossoni e i suoi. Resa ancora più acida dalla sconfitta. Perché alla fine l’aveva spuntata il vecchio marpione di Offanengo facendo nominare Ercole Barbati. E questo a Salini – che puntava sul suo assessore Leoni – non è andata giù.

Ora arriva il doppio voto per la Regione e per il Parlamento. Se si litiga per i documenti di pochi euro di una festa, chissà cosa succederà per un posto nella lista elettorale.

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