Il vescovo incontra i politici: tema caldo, il valore della scuola
Essere tutti corresponsabili di quanto avviene nella scuola, perché essa, attraverso la trasmissione del sapere, modella la società del domani e giunge finalmente ad una vera parità tra le scuole statali e quelle non statali secondo i dettami della Costituzioni e delle disposizione europee. Monsignor Dante Lafranconi, per l’annuale incontro con gli esponenti del mondo politico, amministrativo, economico, lavorativo e sociale, ha scelto uno dei temi più caldi e appassionanti: la scuola. Una scelta in linea con il biennio pastorale della Chiesa cremonese, ma anche con il decennio della Chiesa italiana che focalizza l’attenzione sull’educazione. Il presule, in modo particolare, ha evidenziato il grande valore sociale delle scuole cattoliche e il risparmio che esse consentono alle casse dello Stato. Secondo una recente ricerca, grazie agli istituti paritari il nostro paese risparmia oltre 6 miliardi di euro a fronte di un contributo governativo pari solo a 430 milioni di euro. In modo particolare i costi delle scuole paritarie diocesane – che fanno capo alla cooperativa Cittanova – sono coperti per il 47.90% (€ 1.008.486,27) dalle famiglie, per il 32,21% (€ 693.978,62) dagli enti pubblici e per il 19,89% (€ 428.484,59) dalla Diocesi grazie alle offerte dei fedeli. L’incontro si è svolto domenica 2 dicembre al Centro pastorale diocesano a cura dell’ufficio di pastorale sociale e del lavoro diretto da Sante Mussetola.
IL DIBATTITO
Acceso il dibattito che è seguito. Il consigliere comunale Roberto Borsella ha chiesto di finirla di definire le scuole paritarie “private”: esse sono in tutto e per tutto realtà di natura pubblica e le famiglie che le scelgono non sono affatto ricche. Borsella ha anche domandato un intervento significativo del Comune di Cremona che per le scuole dell’infanzia non statali eroga ogni anno solo 187.000 euro, cioè 30 euro al mese per ogni bambino (sono 450 gli scolari cremonesi delle paritarie dell’infanzia), contro una spesa reale di 500-600 euro al mese.
E se l’imprenditore Gianni Mainardi ha richiamato il compito dell’intera società civile, il prof. Franco Verdi, già dirigente scolastico, ha chiesto di superare conflittualità di natura soprattutto ideologica, di equipararsi alle altre nazioni europee che sostengono le scuole paritarie, ma ha anche chiesto maggior rigore e apertura agli istituti cattolici.
Il consigliere regionale Gianni Rossoni ha spiegato il valore fondamentale dell’autonomia scolastica che non solo permette un rispetto maggiore del vissuto degli studenti, ma anche un reclutamento più incisivo dei docenti.
Di segno opposto l’intervento di Gabriele Piazzoni, coordinato provinciale di Sinistra Ecologia e Libertà. L’esponente del partito di Nichi Vendola ha elogiato la scuola statale come garanzia di libertà piena e di uguaglianza.
Il presidente della Provincia Massimiliano Salini, invece, ha rimarcato il principio di sussidiarietà e ha spiegato che il confronto tra le diverse parti è positivo, anche se occorre non perdere nulla di ciò che ci caratterizza nel profondo.
Il docente universitario Erminio Trevisi ha insistito su un dialogo aperto e serrato anche con chi la pensa in maniera diversa e ha invocato una migliore selezione dei docenti.
Il sindaco di Cremona Oreste Perri ha spezzato una lancia a favore degli insegnanti, spesso accusati ingiustamente e ha stigmatizzato certi modalità di reclutamento: non tutti quelli che hanno delle competenze sono in grado di trasmetterle.
E se il giornalista Giovanni Borsella ha ricordato la maggior apertura di Francia e Germania alle scuole paritarie – attraverso sostanziosi contributi – il vicesindaco di Soncino, Gabriele Gallina ha rimarcato che la questione delle scuole paritarie è una questione essenzialmente di libertà di scelta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA