Cronaca

"La Lega non vuole l'acqua ai privati? Strano, finora nessuno l'aveva capito" Rifondazione ricorda i troppi silenzi L'Udc: nuovo patto Pd-Carroccio?

La scelta della Lega di far votare un ordine del giorno sul fatto che in provincia l’acqua resti in mano pubblica, sta suscitando una serie di reazioni politiche, preludio a quanto succederà nel corso del prossimo Consiglio provinciale che probabilmente sarà il 18 dicembre. Il segretario provinciale dell’Ud, Giuseppe Trespidi, afferma: “Non c’è dubbio che l’aver costituito una sola società di gestione del servizio idrico, superando la parcellizzazione delle sei società esistenti nel nostro territorio, è un risultato che va ascritto a tutti coloro che ci hanno creduto e che con tenacia han lavorato per realizzare questo obiettivo. – dichiara il Segretario provinciale dell’UDC Giuseppe Trespidi – Era questo il primo passo che secondo l’UDC andava fatto per arrivare a determinare l’inizio del processo di affidamento del servizio da parte dell’Ufficio d’ambito. Il secondo passaggio sarà quello dell’approvazione del Piano d’ambito e del modello di gestione da parte del Consiglio provinciale. Ed è qui che potrebbe verificarsi un altro “accordo trasversale” tra Lega e Pd. Che sia avvenuto il primo ho dei dubbi mentre sul secondo dipende da ciò che farà la Lega. Sarà in grado – prosegue Trespidi – non di presentare una mozione ad hoc per attuare il modello in house ma di bocciare il Piano d’ambito e il relativo modello di gestione mista pubblico – privato che sarà portato all’approvazione del Consiglio provinciale? Lo vedremo perché dalla mozione presentata l’impressione è che la Lega sia solo alla ricerca di un posto in CdA. Saranno comunque i fatti che chiariranno le reali intenzioni. Riguardo al voto favorevole espresso dall’UDC sulla mozione della Lega mi corre l’obbligo – continua Trespidi – di chiarire che da parte nostra abbiamo da subito sostenuto il modello di gestione in house ovvero una società pubblica partecipata dai soli Comuni. Una scelta che ha al centro il Cittadino. Una scelta in cui prevalga il suo diritto ad avere un servizio efficiente, adeguato, al minor costo possibile ed in linea coi tempi e non rispetto alle aspettative che possono o potrebbero avere le aziende pubbliche del territorio. Si tratta per l’UDC di perseguire una scelta che sia in linea con il risultato referendario con l’intento di non confondere i fini (i Cittadini) con i mezzi (le aziende pubbliche). Solo nel caso in cui con questo tipo di società non sia possibile realizzare gli investimenti che sono ritenuti necessari a dare un servizio adeguato per impedimenti dovuti al Patto di stabilità o a difficoltà nel reperire finanziamenti adeguati, – conclude Trespidi – come seconda scelta abbiamo indicato la società mista pubblico – privato. Ovviamente una società mista composta dai 115 Comuni e dalla Provincia, più da un socio privato da scegliere con gara pubblica. Il voto a favore della mozione della Lega è stato dato perché in linea con quest’ultima opzione”.

Anche il circolo Rosa Luxemburg di Rifondazione Comunista interviene sull’argomento dando “il benvenuto su questa terra alla segreteria provinciale della Lega Nord”.

Ebbene sì, anche i vertici della Lega Nord di Cremona e provincia hanno scoperto che si sta per privatizzare (da più di due anni!) il servizio idrico del nostro territorio in barba ai referendum e alle manifestazioni rumorose di cittadini sempre più delusi e indignati che invitano  il nostro sindaco canoista ex campione del mondo a “tornare a remare”.  – afferma Rifondazione Comunista – A cosa dobbiamo cotanta dose di inaspettato realismo leghista? Il segretario Bossi sbraita contro il tremendo inciucio perpetrato dalle minoranze in consiglio provinciale con pezzi consistenti della maggioranza: ma  la Lega  lo sa cosa ha presentato due giorni fa come mozione? Un testo invotabile e inemendabile che pastrocchiava e sproloquiava di società miste, spezzatini semiprivati conditi da non identificabili “parti pubbliche” in soggetti da mettere a gara! Delirio puro!  Poi in conferenza stampa raddrizza il tiro e propone a gran voce “la società tutta pubblica in-house a titolo sperimentale”. Oggi sul giornale gira e rigira ripropone la solita società mista alla Salini con le stesse (false) ragioni già accampate da Bordi e Perri. Totale, il nulla politico e nessuna proposta reale presentata nelle sedi competenti”.

“Se  la Lega  avesse davvero (davvero) voluto l’acqua pubblica come ora va proclamando avrebbe avuto in passato fior di occasioni per bloccare gli “scintillanti” progetti del presidente Salini. – dice ancora RifondazioneGuarda, Bossi, che da gennaio non ci sarà più neppure un consiglio provinciale in cui poter ancora far valere le regole democratiche! Non è corretto nei confronti dei cittadini sventolare bandiere fuori tempo massimo: la delibera dell’ufficio d’ambito oggi tanto vituperata dai solerti e nostrani leghisti da chi è stata votata? Dal presidente “baffo” Denti, fedelissimo di Salini, dall’insuperabile assessore alla coerenza Bordi e, guarda guarda, da Rastelli, “tecnico coraggio” di parte leghista. Dov’era il segretario Bossi quell’11 ottobre 2012? Non poteva suggerire (bastava un sms) al “povero” Rastelli qualcosa di sensato tipo: “Vieni via e non votare, non facciamo figuracce che poi chi li sente i nostri elettori”?  E poi questo piano d’ambito così poco rispettoso del voto dei cittadini come mai è stato ossequiosamente votato anche da alcuni assessori provinciali leghisti? Se la memoria vi fa difetto, era il 22 dicembre 2011: delibera di giunta 587 votata all’unanimità, compresi l’assessore Bongiovanni e nientepopodimenoché il vicepresidente Lena: forse non avevano capito cosa stavano votando? O la pagliuzza più corta è toccata a loro quella volta, condannati alla magra figura di tenere a galla il naufrago Salini dalle turbinose  acque di quel finale d’anno, sollevando dalla responsabilità gli assenteisti colleghi di partito, gli assessori Soccini e Schiavi? ““E ci siamo dimenticati del giorno prima, il 21 dicembre 2011, quando una pattuglia di vostri consiglieri si è rifiutata di votare un vostro odg in consiglio provinciale che azzardava una timida preferenza per la soluzione pubblica, provocando poi le giuste scuse in aula del povero giovane consigliere leghista che non sapeva come giustificare l’uscita burrascosa dei suoi più attempati colleghi in fuga? – conclude Rifondazione – Quell’ordine del giorno per quanto sgangherato e migliorabile poneva comunque un importante punto fermo nella discussione e nell’iter del piano d’ambito e l’abbiamo votato, tutti, minoranze e maggioranze, superando gli egoismi di bottega e cercando di dare attuazione al voto espresso dai cittadini. Le proposte, specie quelle che hanno ad oggetto temi trasversali come l’acqua, vanno giudicate nel merito: se sono votabili si votano altrimenti sono solo una presa in giro dei cittadini. O peggio, se di inciuci vogliamo parlare”.

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