Buoni Spesa, Servizi Sociali senza fondi Pacchi alimentari da benefattori Lega: 'Non c'è valore educativo' Amore: 'Fino a gennio, non ci sono fondi'
Privati in soccorso al Comune sui servizi sociali. Dal 1° novembre le persone che usufruivano dei buoni spesa di 5 euro e 16 centesimi da spendere alla Coop di via Cà del Vescovo, si recano in un magazzino della Cooperativa ‘Il Ponte’ in via Rialto per ritirare due pacchi mensili di prodotti alimentari e per l’igiene personale. Uno o più benefattori (anonimi) garantiscono la distribuzione di questi pacchi che per una persona contengono 4 litri di latte, 3 chilogrammi di pasta, 1 chilo di riso, 1 chilo di zucchero, 3 confezioni di sughi pronti, 3 di piselli in scatola, 1 pacco di biscotti, 6 confezioni di tonno in scatola piccole ed 1 litro di olio. Ovviamente, solo prodotti secchi e a lunga conservazione: non ci sono uova, carne, frutta, verdura, farina, pane e pesce. Una novità che desta qualche preoccupazione nelle persone coinvolte e in alcune associazioni di volontariato. I motivi? Oltre ad una dieta alimentare opinabile, questa iniziativa limiterebbe l’autonomia delle persone che erano abituate a uscire di casa ed andare al supermercato (con anche un valore educativo e sociale) per scegliere i cibi e i prodotti da comprare. In più, ci sono perplessità che riguardano le mancate garanzie temporali da parte dei benefettori sulla continuità nella consegna dei pacchi.
LA LEGA: ‘COSì NON C’E’ PROGETTO EDUCATIVO’
Posizione dura presa dalla Lega sulla questione. “Il pericolo ipotizzato – dice il commissario cittadino Stefano Borghesi – è che i prodotti forniti, anche se di qualità, non siano sufficienti a garantire un valido supporto a chi è in difficoltà non consentendo una scelta degli stessi (in molti casi sviluppare un progetto educativo mirato ad una qualità della vita ed alla gestione del quotidiano risulta strategico in un’ottica di garanzia dell’individuo e delle sue capacità di scelta), costringendo di fatto ad una dieta alimentare non equilibrata e creando problematiche di approvvigionamento nel ritiro e nel trasporto di questi pacchi soprattutto ai più anziani. Chiediamo agli amministratori comunali di sapere in che modo intendono affrontare e risolvere queste problematiche sociali”.
L’ASSESSORE AMORE: ‘DA GENNAIO ANCORA I BUONI’
La replica dell’assessore ai Servizi Sociali del Comune Luigi Amore. “Abbiamo già parlato – dice – della questione dei tagli ai Servizi Sociali in consiglio comunale, il quale ci ha dato mandato (con approvazione all’unanimità) di trovare forme alternative di assistenza laddove mancassero i fondi. In tre anni il Comune ha speso 21 milioni di euro in città per il sociale. Ci hanno tagliato risorse per 207mila euro. E per gli ultimi due mesi dell’anno abbiamo riscontrato difficoltà a garantire il buono spesa. Per questo, abbiamo cominciato questa collaborazione con la Fondazione Moreni e con i benefattori (che ringrazio, come le associazioni, la Caritas e i frati di via Brescia). Il Comune non paga un soldo per questo servizio. Le persone coinvolte, una sessantina, hanno capito il cambio temporaneo di rotta. Da gennaio, infatti, con la nuova programmazione, si tornerà ai buoni spesa. Certo i pacchi non sono la soluzione migliore, ci rendiamo conto, ma se i soldi non ci sono, non ci sono. Spiace se qualcuno mostra poco rispetto per le povertà. Se c’è qualcosa da dire lo si fa in consiglio”.
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