Cronaca

Inchiesta su rifiuti radioattivi, il verbale dell'ispezione: 'Fusti corrosi a Caorso'

A dieci chilometri in linea d’aria da Cremona c’è la vecchia centrale elettronucleare di Caorso, con annesso deposito per centinaia di fusti contenenti materiale radioattivo. L’unico fascicolo di inchiesta legato a rifiuti di questo tipo che risulta al momento aperto in Italia dalla magistratura, riguarda questa struttura. Da almeno dieci anni una Procura della Repubblica non si occupava di un tema del genere. Oggi, al lavoro, c’è quella piacentina: il fascicolo, come scritto qualche giorno fa, serve per valutare se sono state violate o meno le norme sulla gestione dei rifiuti radioattivi. Tutto è iniziato con un’ispezione dell’Ispra, l’Istituto superiore di protezione e ricerca ambientale; ampi stralci del verbale, datato 19 ottobre 2012, sono stati pubblicati dal settimanale Il Punto.

IL VERBALE ISPRA SUI FUSTI:
“CORROSIONE PASSANTE CON PERDITE”

Nel documento Ispra si evidenzia che nel deposito (dove si trovano rifiuti solidi a bassa intensità) c’è “presenza di numerosi fusti con evidenti processi di corrosione in atto”. E in uno di questi, il numero 15682, “sono presenti fenomeni di corrosione passante con perdite di contenimento”. L’articolo del settimanale continua menzionando la parte di verbale in cui si parla della scoperta di altri tre fusti corrosi in un’altra parte del ‘magazzino’ per la quale Sogin – la società di Stato che controlla l’area – aveva stilato nel 2006 una nota ufficiale sullo stato di conservazione: “Si è verificata – scrivono gli esperti Ispra – la presenza di numerosi fusti con evidenti processi di corrosione in atto. In particolare, su 9 fusti si sono riscontrati fenomeni di corrosione passante con perdite di contenimento. Tre di questi ultimi non risultano inclusi nell’elenco dei fusti già identificati dall’esercente come fusti con corrosione passante”. L’Ipra, si legge nell’articolo, ha quindi prescritto interventi per il ripristino di barriere di contenimento e accertamenti approfonditi.

IL PROCURATORE: “DALL’ESITO PARZIALE, NO ALLARME”
LA SOCIETA’ SOGIN: “NO RISCHIO PER LAVORATORI E CITTADINI”

”Dall’esito parziale dei primi esami possiamo dire che non c’è motivo di allarme”, ha comunque detto il procuratore Salvatore Cappelleri nei giorni scorsi. Sogin ha sottolineato che i fusti “sono custoditi nella massima sicurezza e che non c’è nessun rischio per la salute dei lavoratori e dei cittadini. Non si è mai verificato e non esiste alcun tipo di contaminazione a cui sono esposti i lavoratori e la popolazione essendo le aree di lavoro e i depositi costantemente monitorati”.

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