Cronaca

Ex bancario cade nella rete degli usurai Costretto a cambiare assegni "sospetti" Arrestato, patteggia un anno

AGGIORNAMENTO – Arrestato nelle scorse ore a Cremona un ex bancario in pensione di Napoli. L’accusa:  ricettazione di documenti, false generalità e possesso di documenti falsi. Sarebbe stato obbligato da alcune persone residenti nel napoletano con le quali aveva un debito ad andare a ritirare soldi in banca, facendosi cambiare assegni. Giuseppe M., 62 anni, si era già recato in vari istituti di credito, anche della Lombardia, esibendo una carta di identità con la sua foto ma con altre generalità, e consegnando assegni presumibilmente fasulli. Dopo aver ottenuto il denaro, lo consegnava, e dal debito gli si decurtava ogni volta il 15%. L’appuntamento era nelle varie stazioni ferroviarie, dove il 62enne riceveva gli assegni e i documenti fasulli. Ieri mattina l’uomo si è presentato in un istituto di credito di Cremona, ma quando ha esibito la carta d’identità, i responsabili della banca si sono insospettiti e, tramite il circuito interno, sono stati messi al corrente che l’uomo si era presentato anche in altre filiali esibendo assegni. Nel frattempo il 62enne ha avuto un malore ed è anche stata chiamata un’ambulanza. All’arrivo della polizia, l’uomo è stato condotto in questura e trovato in possesso dei documenti falsi. Aveva una patente con false generalità e un’altra riportante i suoi veri dati, ma scaduta, più una carta di identità riprodotta, ma comunque valida per l’espatrio. L’assegno che poco prima aveva consegnato in banca è risultato essere potenzialmente regolare, visto che nessuno ne ha denunciato la scomparsa, né il furto. L’uomo ha detto di essere in difficoltà economiche e ha spiegato di aver agito così perché costretto dal suo debito. Processato questa mattina con il rito direttissimo, ha patteggiato un anno di reclusione, pena sospesa, e al termine del processo è stato rimesso in libertà. Era difeso dall’avvocato Gianluca Monti. Al giudice Pio Massa l’imputato si è detto sollevato e ha fatto il nome di uno dei “mandanti”. Le indagini non sono finite.

Sara Pizzorni

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