Cronaca

'Cosa fa il Comune per fermare i danni dei piccioni?' Botta e risposta tra Uppi e Amministrazione

Sopra, l’avvocato Curatti

Danni provocati dai piccioni. Costi per i proprietari delle case (soprattutto nel centro storico) a causa della caduta di intonaci e di tegole, oltre che di problemi di igiene. L’Unione Piccoli Proprietari di Immobili scrive al Comune segnalando “numerose e allarmate lettere, telefonate e segnalazioni riguardanti danni provocati dai piccioni agli immobili di Cremona e provincia”. “E’ un problema – si legge nella lettera firmata dall’avvocato Luca Curatti, presidente dell’Uppi – sempre più sentito da parte dei proprietari di immobili, soprattutto nel centro storico, che ha indotto l’Uppi di Cremona ad intraprendere, in passato, decise azioni a livello comunale, regionale e governativo. Come Associazione a difesa e tutela della proprietà immobiliare più diffusa su tutto il territorio cremonese, segnaliamo ancora una volta l’estremo disagio in cui si trovano i cittadini cremonesi proprietari di immobili veramente infastiditi dai danni provocati dal guano di piccioni“.

“Già da tempo è in atto una campagna di contenimento della popolazione di colombi in città, attraverso sistemi diversificati di allontanamento presso le aree e gli edifici pubblici”, la risposta di Massimo Placchi, direttore generale Comune e direttore del settore ambiente, trasporti e mobilità. “Si sottolinea però – prosegue Placchi – che questo Ente non ha alcun titolo, anche per evitare disparità tra cittadini, ad intervenire negli edifici privati, né con opere di disinfestazione, né con l’impiego di sistemi specifici di contenimento e che è pertanto compito del singolo cittadino intervenire sul fabbricato di proprietà, a propria cura e spese, con sdegnate opere”.

Non soddisfatti della risposta i piccoli proprietari che replicano a direttore e sindaco con una lettera aperta: “Più che parlare di tutela generar e di ‘potenziare ed integrare sistemi di allontanamento’ non si legge – scrive Curatti -. Addirittura si precisa che il privato cittadino, in buona sostanza, se la debba cavare da solo per conto proprio posto che l’amministrazione comunale interverrà e non si comprende come solo su edifici soggetti a sua sovranità. Ora, egregio direttore, nessuno le ha chiesto questo. Non ci stiamo lamentando perché nessuno ci sostiene in ambito privato, sia chiaro. Ci lamentiamo perché nessuno ci aiuta a proteggere il bene comune: la salute, la pulizia, l’igiene e il decoro. Pertanto, ci illumini meglio e concretamente sulle reali intenzioni per risolvere il problema. Ci rassicuri in merito ad azioni mirate e concrete che non siano invece la ripetizione e la rassicurazione di intenti che però, da troppo tempo, rimangono desolatamente espresse solo sulla carta”.

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