Cronaca

Una scuola dismessa diventa ambulatorio per bimbi disabili L'iniziativa a Spinadesco di Comune e Fondazione Sospiro

foto Francesco Sessa

Una scuola dismessa che torna a dedicarsi ai bambini, trasformandosi in ambulatorio per minori disabili. Succede a Spinadesco, alle scuole elementari statali chiuse due anni fa per lo scarso numeri di allievi, trasferiti negli edifici scolastici di Cavatigozzi. L’ultimo anno di attività delle scuole l’iniziativa dalla quale tutto è partito: un grest estivo di tre settimane nei locali delle elementari dedicato a bimbi diversamente abili, tenuto dalla Fondazione Sospiro. Da lì, l’idea di far riviere quel luogo e di vederlo ancora animato di bambini. La proposta concreta di gestione dell’immobile è arrivata proprio dalla Fondazione Sospiro che in via Manini a Cremona ha già un ambulatorio per bambini con disabilità motorie e psichiche, con un’attenzione particolare all’autismo. Attraverso un protocollo d’intesa con l’Azienda Sociale del cremonese, la Fondazione ha deciso di potenziare la propria attività e i ristretti spazi di via Manini non bastavano più. Ecco dunque la proposta al Comune di spostare nella vecchia scuola il laboratorio provinciale. “La chiusura della scuola è stata un trauma per il paese – ha commentato il sindaco Ferruccio Peccati – Abbiamo tentato tutte le strade per riuscire a riaprire le elementari senza successo. Abbiamo anche pensato di trasferirvi il Municipio per non vedere quello stabile inutilizzato, ma con l’avvenire incerto dei piccoli comuni non ne sarebbe valsa la pena. La proposta della Fondazione Sospiro è stata l’occasione per un edificio da sempre dedicato ai minori a rischio abbandono di continuare ad avere un alto valore sociale”.
La Fondazione Sospiro ha già presentato il progetto per adeguare l’immobile alle nuove esigenze, istallando anche un elevatore. Il Comune ha provveduto a piccoli lavori per rendere l’edificio indipendente dalla scuola materna adiacente. La firma della convenzione, approvata dai sindaci dell’Azienda Sociale cremonese, è attesa a giorni. La Fondazione pagherà un canone di concessione agevolato e si accollerà le spese vive. “Anziché un rudere – ha concluso il sindaco -, al paese riconsegniamo un fiore all’occhiello ad alto impegno sociale”.

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