Cronaca

Servizio idrico, il sindaco di Crema aveva scritto al Cda dell'Ato: "Non votate" Bordi: "Non ho tradito il referendum" Il Comitato: "Ladri di dignità"

Sopra, una manifestazione per l’acqua pubblica (foto Francesco Sessa) e Salini

AGGIORNAMENTO – Continuano le reazioni dopo l’approvazione da parte del Consiglio d’Amministrazione dell’Ato (Ambito Territoriale Ottimale) della gestione mista del sistema idrico cremonese. Un “sì” arrivato a sorpresa che sancisce l’ingresso dei privati nella futura società unica, dopo la bagarre di dicembre con l’assenza all’assemblea dei sindaci di Perri e Bruttomesso, la discussione sul numero legale, l’abbandono del presidente Leni e la rivolta dei primi cittadini. E dopo la decisione del Tavolo Idrico Provinciale (AEM SpA, Padania Acque SpA, SCS gestioni srl, SCRP Spa, APES srl, ASPM Soresina, Servizi srl, AEM gestioni srl, Padania Acque, Gestione SpA, ASM Castelleone SpA) di affidare l’incarico ad un solo professionista per realizzare la creazione di un Gestore Unico del Ciclo Idrico Integrato, fondendo le cosiddette ‘sette sorelle’.
Fondamentale per la partita le posizioni dei comuni di Crema e Cremona: mentre l’assessore del Comune di Cremona Bordi votava ‘sì’, il sindaco di Crema Stefania Bonaldi scriveva al Cda per sollecitare la sospensione dell’ordine del giorno. E  fioccano le polemiche: intervengono Comitato per l’acqua pubblica, Pd, Sel, Rifondazione, Cinque Stelle, Lista Torchio.

LA LETTERA DEL SINDACO DI CREMA

Il sindaco cremasco Stefania Bonaldi (contrariamente alla linea del suo predecessore Bruttomesso) prima della riunione ha fatto pervenire una lettera al Cda Ato richiedendo la sospensione della discussione dell’ordine del giorno. “Esterefatta per una scelta che giudico grave, irresponsabile ed inopportuna per il seguente ordine di ragioni – si legge nella lettera della Bonaldi -. Sinora il territorio sta procedendo in maniera coesa, pure all’interno di un confronto vivace e pure carico di preoccupazione, rispetto alla nuova “società unica provinciale” dell’Acqua. Il tavolo dei sindaci si è confrontato con il presidente e il vicepresidente di Padania in più occasioni e mai, in tale tavolo, sono stati operati riferimenti anche impliciti alla scelta di un modello gestionale. Lo studio affidato alla società KPMG non è ancora stato portato a compimento né, per come sinora è stato illustrato all’interno del tavolo politico dei Sindaci e pure in sede assembleare plenaria, risulta che operi scelte rispetto ad uno specifico modello gestionale. D’altro canto, lo stesso piano industriale non è ancora stato completato né illustrato compiutamente né approvato dai sindaci del nostro territorio. Ancora, esiste peraltro il responso di un referendum popolare che ha sancito in maniera inequivocabile che l’acqua è un bene comune e che in quanto tale essa debba rimanere pubblica, così come pubblica debba esserne la gestione. Per tutte queste ragioni ritengo che sarebbe una enorme forzatura ed un grave errore, foriero di uno strappo irreparabile nel nostro territorio e tra i colleghi sindaci, oggi, in un contesto incerto sul profilo istituzionale e pure politico, nella nostra regione, l’adozione di questa deliberazione e alla luce di ciò sono a chiedere formalmente che detta proposta di deliberazione venga sospesa dall’ordine del giorno del Cda dell’Ato odiernamente convocato”.

PD: “DI QUESTO RISPONDANO BORDI E PERRI”

Intanto Maura Ruggeri, capogruppo del Pd in consiglio comunale attacca la decisione dell’assessore Francesco Bordi: “E’ di una eccezionale gravità quanto è accaduto nella riunione del CDA dell’ATO dove  l’Assessore Bordi si è reso partecipe del colpo di mano che ha introdotto surrettiziamente  la società mista azzerando il percorso di partecipazione portato avanti con i sindaci del territorio e soprattutto tradendo la volontà popolare chiaramente espressa attraverso l’esito del referendum per l’acqua pubblica. Come si concilia questo colpo di mano con il percorso che ha condotto alla costituzione del tavolo idrico provinciale ? Come si concilia con il percorso di partecipazione e con gli impegni presi con i sindaci del territorio? Nonostante le dichiarazioni e le promesse, ancora una volta, la classe politica che governa il nostro  Comune  alla prova dei fatti mostra il suo vero volto. Di tutto questo il Sindaco Perri e l’assessore Bordi dovranno rispondere in Consiglio comunale, ma soprattutto dovranno rendere conto ai cittadini di cui hanno platealmente disatteso le attese e le aspettative”.

L’ASSESSORE: “NON HO TRADITO”

Interpellato da Cremonaoggi, l’assessore Bordi ha dichiarato: “La Giunta Perri ha deciso di delegarmi per un voto a favore in seguito al fatto che le richieste avanzate per un Unico Gestore sono state accolte. La strada era già tracciata. Per noi la cosa era stata chiarita. Non si è tradito il referendum, ci si è resi conto che sulla rete idrica sono necessari lavori che il pubblico non è in grado di portare avanti. L’ingresso dei privati era l’unica soluzione”.

 

IL COMITATO ACQUA PUBBLICA: “LADRI DI DIGNITÀ

“Grazie”. Inizia così la lunga lettera del Comitato Acqua Pubblica del territorio cremonese dopo la notizia dell’approvazione da parte del Cda Ato del ‘Piano d’Ambito’: gestione del servizio idrico da parte di una società mista pubblico-privata. “La decisione presa dal cda dell’Ufficio d’Ambito di Cremona – prosegue lo scritto – ci serve, è una buona lezione di vita. Ci dice prima di tutto che siamo stati ingenui. Tutti: persino noi cittadini arrabbiati e mobilitati, che non abbiamo mai smesso di ammonire i nostri sindaci sul fatto che il presidente Salini non avrebbe mai rinunciato ad ottenere il suo scopo. Che è sempre stato lo stesso: privatizzare l’acqua. Semplice, chiaro. Di fronte a questa chiarezza di intenti, tante volte riaffermata con l’arroganza del potere innamorato di se stesso, pronta a forzature delle regole a cui in questa paciosa e condiscendente provincia nessuno era abituato, in tanti hanno voltato la testa. Rifiutare di vedere la verità è sempre il sintomo di un trauma. Eppure è stato fatto: sino a due giorni fa i nostri sindaci uscivano a frotte gioiosi dalla loro ultima fatica, una riunione in qualità di soci di una spa nella quale un voto unanime li aveva illusi che non fosse più necessario combattere. Perché combattere è difficile. Comporta sofferenza, comporta confronto, comporta fatica, comporta studio, approfondimento: a volte comporta persino il dover riconoscere di avere sbagliato. Combattere obbliga sempre a guardarsi dentro per scoprire dove prendere la forza”.
“Il presidente Salini la forza ce l’ha. Gliel’ha conferita chi lo ha votato: tantissima gente, che va rispettata perché ha votato in piena coscienza. Altra forza gli deriva dal pieno e costante appoggio del presidente Formigoni, il cui potere in Lombardia si fonda su basi solide. E sempre più note. Ma il rispetto non può andare in una sola direzione. Chi decide di privatizzare l’acqua oggi (Italia, 2012) non ha alcun rispetto di quegli stessi elettori. Poiché è evidente che se la maggioranza assoluta dei cremonesi vota sì per l’acqua pubblica, tanti di quei sì sono stati tracciati da elettori di centro-destra. Chi ripropone la privatizzazione finalmente getta la maschera — e di questo dobbiamo essergli grati — e con una pernacchia irride i tanti sindaci che avevano creduto alla volontà reale di “dialogo”. Nessun rispetto per la democrazia o per le regole, ma questo non è una novità e oggi in Italia parlare di regole significa quasi fare dell’umorismo. Per fortuna la magistratura ha scarso senso dell’umorismo”.
“Quello che colpisce di più tuttavia oggi è lo squallore in cui questi indegni rappresentanti delle istituzioni gettano definitivamente la politica cremonese e lombarda. La torre sta per crollare, marcia alle fondamenta, e allora partono gli ordini per i galoppini: rubate tutto quello che potete, arraffate, fate più danni possibile, perché è l’ultima occasione che abbiamo. Non fatevi scrupoli neppure se così facendo gettate nel fango i vostri stessi alleati, i tanti sindaci che condividono le vostre scelte politiche e che siedono con voi a tanti tavoli politici. Portate via tutto, anche a loro. La loro dignità prima di tutto, perché un sindaco senza dignità è un sindaco facile da manovrare. Non preoccupatevi, la gente ha la memoria corta”.
“Come Comitato Acqua Pubblica avremmo una gran voglia di urlare. E di prendercela con i tanti che hanno voltato la testa in questi mesi ed anni, che ci hanno ignorati, che non hanno combattuto con noi. Ma non faremo questo errore, perché abbiamo imparato che le lotte si fanno insieme. Cari cittadini, cari politici, cari sindacalisti, cari lavoratori, cari sindaci, non vi piacerà ma abbiamo i ladri in casa. Non è il momento di discutere su chi ha lasciato aperta la porta. E’ il momento di buttarli fuori e riprendere dalle loro mani la nostra acqua e la nostra dignità. Perché la dignità di un sindaco di destra non è distinguibile dalla dignità di un sindaco di sinistra e la dignità di un sindaco è quella di ogni suo concittadino. Nessuno manchi a questa lotta. Con serenità e determinazione. Perché si scrive acqua ma si legge democrazia”.

VIRGILIO (PD): “MODALITÀ SCORRETTE”

“La decisione del Cda a sostegno di una società mista – scrive Andrea Virgilio, consigliere provinciale del Pd – è avvenuta con modalità scorrette e furbesche, Sappiamo bene che su questa partita il Presidente Salini ha investito gran parte del suo mandato politico istituzionale, lo abbiamo visto per esempio dall’eccessivo interventismo nel corso dell’assemblee dei sindaci dove, quasi in piena solitudine, teneva testa alle molteplici perplessità dei primi cittadini. Per queste ragioni sarebbe opportuno da parte sua mantenere l’impegno che si era preso nel corso dell’ultima assemblea, cioè fare un passo indietro ed essere garante di un percorso condiviso con il territorio. La credibilità e la serietà di chi gestisce la cosa pubblica parte dal rispetto degli impegni presi verso i cittadini e i loro rappresentanti. In questi mesi era infatti avviato un Tavolo Idrico Provinciale e un confronto aperto con i sindaci, ora questo ennesimo colpo di mano rischia di comprometterlo. Appare infine schizofrenica un’amministrazione che sul riordino delle province e sulle gestione associate, richiama con convinzione alla condivisione, mentre invece sul futuro del servizio idrico ci ha abituati a vere e proprie imboscate. Le vicende che avvengono in regione non possano avere ricadute di questo tipo sulla nostra democrazia locale e sul nostro territorio, noi non possiamo permetterci i colpi di coda di una classe dirigente ormai allo sbando”.

SEL: “SUL PIANO BORDI HA VOTATO IN TRE MODI DIVERSI”

“Il comportamento del CDA dell’ATO di Cremona – dichiara Gabriele Piazzoni, coordinatore provinciale di Sel – che ha approvato con un colpo di mano la società mista pubblico-privato per la gestione dell’acqua in Provincia di Cremona, è un insulto non solo all’Assemblea dei Sindaci che si è più volte chiaramente espressa per la società unica di natura pubblica, ma anche nei confronti della volontà dei cittadini così manifestamente espressa nei referendum. La modalità da “furbetti del quartierino” usata dagli uomini di Salini, per tentare di ottenere la privatizzazione del servizio idrico prima che gli scandali giudiziari travolgano la giunta Formigoni, bloccando qualunque mossa in tale direzione, lascia basiti. Colpisce poi, in maniera sconcertante, il comportamento dell’Assessore Francesco Bordi, che votando sullo stesso piano in tre modi diversi, in tre occasioni diverse, prima contro poi astenendosi e infine, ieri sera, a favore, conferma la scarsa dignità e ancora peggio, umilia l’istituzione che rappresenta, il Comune di Cremona”.

RIFONDAZIONE: “PERRI E SALINI DIMETTETEVI”

“Il vero e proprio golpe deciso dal CdA dell’Ato – di Giacomo Bazzani, Coordinatore Circolo Rosa Luxemburg – ovviamente su preciso diktat del Presidente Salini, è davvero incredibile; pensavamo di aver già abbondantemente toccato il fondo nell’annosa vicenda del servizio idrico cremonese, ma evidentemente è vero il detto che quando pensi di averlo già toccato c’è sempre qualcuno che prende una pala ed inizia a scavare. Infatti sono talmente tante le autentiche porcherie che si stanno via via accumulando sulla vicenda che non si saprebbe davvero da dove partire. “Non so più come offendervi” scrisse qualche anno fa un fantasioso e brillante tifoso interista su uno striscione, deluso nei confronti della beneamata. Bene, è più o meno quello che proviamo noi nei confronti degli attori di questo film dell’orrore nel quale sono stati e sono calpestati i più elementari principi democratici e di correttezza istituzionale. C’è un aspetto, tra gli altri, che ci sembra più tragicomico; il sindaco Perri, rispondendo ad una telefonata di una giustamente furente Bonaldi, Sindaco di Crema, avrebbe risposto “non ne so nulla”. Ne abbiamo davvero viste e sentite di tutti i colori, ma questa davvero le supera tutte. Perché delle due l’una: o il Sindaco Perri mente oppure confessa candidamente di non sapere cosa sta facendo un suo assessore il quale, da parte sua, decide senza consultare il primo cittadino, e mica su una faccenda di pizze e fichi ma sulla gestione di un servizio fondamentale. Delle due l’una per l’appunto, ma in entrambi i casi chiedere le dimissioni dell’Assessore Bordi e del Sindaco Perri è davvero il minimo sindacale. Ci sembra improbabile però sperare in un loro sussulto di dignità; come tutto il centrodestra regionale sono anche loro abbarbicati alla loro poltrona cercando di portare a casa il più possibile prima della tempesta che li sta seppellendo. Davvero uno spettacolo indegno da fine impero”.

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