Lettere

Fondazione Stradivari, il de Profundis politico di Massimiliano Salini

da Flaminio Cozzaglio

foto Francesco Sessa

Se anche Massimiliano Salini, presidente dell’Amministrazione provinciale di Cremona, dopo tre anni di attenzioni a base di vetri oscurati, di tavoli nuovi e porte a prova di spia, di investimenti sballati sul Parco dei Monasteri, eccetera, d’improvviso, come scena intendo, la preparazione dev’essere stata ben più lunga, beve il caffè e conversa amabilmente con Zanolli Vittoriano, di nulla colpevole, è vero, se non d’essere il fedele esecutore di ordini che non possono essere disattesi, allora vuol dire che anche a Cremona la politica è morta definitivamente e che è ben difficile trovare motivi ragionevoli per convincere chi non vuol più andare al voto perché tanto “son tutti eguali”.

Ciò che soprattutto mi lascia stupito di Salini è il modo, non la chiarezza della tesi perché le sue parole vanno sempre al dunque, non possono mai essere fraintese: ma era proprio indispensabile, di botto, in una sola intervista, passare dal ruolo del duro che non deve chiedere mai perché non ne ha bisogno, a un completo inchino con minuetto, altro che il comandante Schettino, lui a fondo non ci va, semmai il buon gusto, e a pegno dell’avvenuta conversione, la feroce lapidazione di Paolo Bodini?

Intelligente e colto, Salini, ma si rende conto d’aver perso per il futuro la reputazione, Otello, atto secondo, terza scena: reputazione! Ah il mio buon nome! Perduto! Mi son perduta la mia parte immortale: e quel che resta di me è la parte della bestia, esagerato Shakespeare con quel “bestia” per rendere l’idea, che io traduco terra terra, d’ora in poi chi si fiderà di lui, nel privato, nel pubblico, dopo un salto del genere?

Nella disputa Fondazione/Mondomusica, dove non aveva nessun obbligo di entrare, lo dichiara lui stesso d’aver messo in Consiglio al suo posto Chiara Cappelletti, donna sempre discreta anche nelle lotte più dure della politica, entra invece rovinosamente, stile Provincia, il giornale, non l’amministrazione che presiede, cioè negando l’evidenza perché tanto nessuno osa dire il contrario!

Paolo Bodini, presidente della Fondazione Stradivari, che può essere contestato per vari motivi, il primo d’esser nomina di “stato” anziché politica, non va bene perché fa polemica, sbagliata (!!), con l’Immensissimo, di immenso c’è solo Dio? Ma che crede Salini, che i suoi futuri elettori non ricordino ciò che han letto due giorni prima, Piva Antonio, l’Immensissimo, di immenso c’è solo Dio: i liutai cremonesi non vengono al mio Mondomusica? Affari loro; il mese scorso, io concordare con la Fondazione, come prevedono accordi e statuti, l’attività della liuteria cremonese? Mi basta l’unanimità del mio Cremona Fiere, dove siedono i vari Mondini Piero, e poi ho invitato alla conferenza il direttore della Fondazione.

E Paolo Bodini attizza le polemiche per aver chiesto, per iscritto, a tutti gli obbligati di legge, sindaco Pivetti in testa, di prendere una decisione chiara e comune, e dopo mesi di silenzio la manda ai giornali? Mai sentito il proverbio: quella belva è feroce, quando l’attaccano si difende?

Ma si rende conto almeno Salini con che razza di complici s’è messo a far politica? Sullo stesso numero di ieri, dove appare la sua intervista, doveroso richiamo in prima, gran pagina all’interno, foto con taglio del nastro accuratamente riservato a dieci potenti, nella pagina dei lettori l’abile Zanolli, invece di procedere come in altre occasioni, pubblica un famoso liutaio che ripete per filo e per segno, e dimostra quanto sian valide, le ragioni di Bodini!

Naturalmente non conosco le ragioni, e manco mi interessano, di questo salto da olimpiade di Salini. Son certo di un fatto: quando nel seguito della sua avventura politica avrà bisogno del voto degli elettori, di quelli che osservano e capiscono, si prepari i paracadute più solidi che il mercato conosce.

Flaminio Cozzaglio

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