Incontro sui danni del sisma, don Bonazzi: "Speriamo che alle parole seguano i fatti"
“Si sono fatte promesse che attendiamo vengano concretizzate”, questo il commento di monsignor Achille Bonazzi dopo l’incontro a S. Benedetto Po (Mantova) promosso da Regione Lombardia e finalizzato a fare il punto della situazione dopo il sisma della scorso maggio. Al summit hanno partecipato il governatore on. Roberto Formigoni, il vice commissario per il sisma, dott. Carlo Maccari, e i ministri Lorenzo Ornaghi e Mario Catania rispettivamente per i Beni e le Attività Culturali e le Politiche Agricole.
“L’ufficio diocesano da me diretto – ha detto monsignor Bonazzi – aveva predisposto due scritti, uno per il ministro Ornaghi, relativo alla Legge 135 del 12 agosto scorso che ha sospeso ogni contributo ministeriale per i beni culturali fino al 31.12.2015, e uno per il governatore Formigoni per mettere in risalto che non soltanto in provincia di Mantova – dove si estende parte della Diocesi di Cremona – ma anche in provincia di Cremona si erano verificati danni a causa del sisma. In realtà l’incontro ha preso in considerazione soprattutto i problemi legati all’agricoltura, ma quasi nulla per i Beni Culturali. Unica eccezione è stato l’intervento del vescovo Busti che ha avuto parole di incoraggiamento, volte a superare la sfiducia che inizia a serpeggiare nella popolazione: ad oltre quattro mesi dal sisma, interventi concreti di aiuto se ne sono visti molto pochi”.
“Il ministro Ornaghi – racconta Bonazzi – probabilmente per un impegno già programmato, ad un certo punto se ne è andato a Palazzo Ducale per il quale ha promesso un contributo di 600.000 euro per il restauro della “Camera degli Sposi” del Mantegna. Partendo dalla constatazione che, almeno nella fase iniziale, la Lombardia era stata esclusa dall’attenzione generale, poiché si è sempre parlato – e si continua a parlare – di “sisma dell’Emilia”, si è evidenziata la necessità di ricalcolare la percentuale di fruizione dei contributi che saranno erogati: non il 4% come inizialmente stabilito, ma quasi il doppio, coerentemente alle stime fornite da una Commissione Europea”.
“Il fatto positivo – conclude – è che anche la nostra diocesi sia stata invitata per la prima volta ad un tavolo di confronto, segno che ora un po’ di attenzione per la nostra realtà viene data. E di questo va ringraziato il dott. Carlo Maccari. Siamo riusciti a parlare e consegnare gli scritti, ma, non lo nascondiamo, è emersa in noi una certa delusione. L’auspicio è che alle parole seguano fatti concreti anche perché considerare le nostre chiese come “bene culturale” è abbastanza riduttivo: la Chiesa è anche luogo di aggregazione, di formazione, di celebrazioni in forza delle quali la comunità di realizza e si costruisce. È molto di più che un semplice museo”.
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