Mondomusica, lettera di espositori: "La liuteria va coltivata, non fustigata"
Mondomusica 2012 continua a far discutere. A poche ore dall’incontro dei liutai in San Vitale (leggi l’articolo), arriva una lettera da tre professionisti della Rivolta Snc, azienda di Desio che lavora il legno per strumenti musicali, espositori della Fiera cremonese dal 1995. Sono Marta Rivolta, Andrea Rivolta e Stefano Rivolta. Il testo è stato spedito anche alla Camera di Commercio, alla Confartigianato, alla Cna, alle Botteghe del Centro, all’Ascom, a sindaco e vicesindaco del Comune di Cremona, a presidente e vicepresidente della Provincia. Ecco la lettera.
“Si è conclusa da poche ore l’edizione di Mondomusica del 2012 e vorremmo rendervi partecipi di alcune riflessioni scaturite dallo scambio di opinioni con molti altri espositori, che riflettono la preoccupazione generale sul destino di questa manifestazione. Siamo una piccola impresa artigiana, una segheria specializzata nel taglio di legni per strumenti musicali, che partecipa con continuità e fedeltà a questa fiera dal 1995, quando ancora si svolgeva in luoghi meravigliosi della città e raccoglieva poche decine di espositori. Il salto di qualità è sicuramente avvenuto quando la mostra si è spostata dal centro al quartiere espositivo. Ci sono stati anni in cui davvero Mondomusica, in sinergia con la città, ha funzionato come polo di attrazione per la liuteria mondiale. Ma ripensando alla presenza di visitatori ed espositori di quest’anno non ci sentiamo di condividere i proclami entusiastici dei comunicati ufficiali. Non abbiamo visto un grande afflusso di visitatori internazionali, come avrebbe meritato una edizione in concomitanza con la Triennale”.
“Nel corso degli anni abbiamo assistito a un progressivo irrigidimento delle norme di partecipazione manifestazione, con una conseguente burocratizzazione del lavoro: la creazione di aree distinte e privilegiate, la proibizione di introdurre i propri strumenti, la necessità di produrre documentazione in entrata e in uscita (quasi si trattasse di una esportazione) la proibizione di condividere lo stand fra espositori, la tessera nominale con tanto di foto, fino al parcheggio a pagamento per i visitatori. L’attenzione degli organizzatori si è concentrata su Controllo&Selezione e inevitabilmente è stata distolta da ciò che era più importante: offrirsi come luogo di incontro e di scambio. Che, guarda caso, la natura stessa di una fiera”.
“Così impegnati erano gli organizzatori nella creazione di questo sistema di controllo (di cosa?) che le richieste e le proteste degli espositori non solo non hanno ricevuto risposte adeguate; non hanno ricevuto risposte tout-court. E’ esperienza comune a molti espositori. Anche a noi è capitato di scrivere senza ricevere risposta: ci lamentavamo del fatto che, alle soglie di una crisi economica internazionale (era il novembre 2008) si privilegiassero meccanismi di esclusività (area Meister, pagamento anticipato per garantirsi la posizione) piuttosto che azioni inclusive, che invogliassero a partecipare e venissero incontro alle reali dimensioni economiche degli espositori di Mondomusica”.
“Come tanti altri nostri colleghi espositori di Mondomusica, siamo presenti anche a Francoforte e a Shanghai; abbiamo partecipato a Musicora a Parigi, al Namm di Los Angeles, alle conventions della VSA negli Stati Uniti e a molte altre fiere di settore. Ci incontriamo in giro per il mondo, ci scambiamo opinioni e il paragone che ne scaturisce non è positivo per Mondomusica: è una fiera costosa che ogni anno attrae sempre meno visitatori qualificati. La sensazione è che la fiera si sia distratta in operazioni “altre” e sia rimasta un passo indietro rispetto a ciò che succedeva nel mondo e anche rispetto agli sforzi fatti dai propri clienti -gli espositori- per sopravvivere in tempi di grande crisi e cambiamento”.
“Non stupisce che in molti decidano di investire altrove le proprie (scarse) risorse economiche del momento attuale. E vorremmo anche aggiungere: ben vengano manifestazioni che escono dalla fiera, animano la città e cercano di rilanciare una prospettiva culturale tanto necessaria a questa particolare economia e alla sua fiera. Più gente arriva, maggiore è la qualità e la quantità delle proposte, meglio è per tutti, fiera compresa. E’ possibile inoltre che liutai professionisti decidano, dopo tanti anni, di non esporre più; il cambio generazionale è nella natura delle cose ed è elemento vitale per qualunque economia. Ma ci chiediamo per esempio se agli studenti delle scuole di liuteria e dei conservatori venga offerto l’ingresso gratuito. E’ più importante che paghino il biglietto o che siano presenti e che si sentano parte da subito di un sistema economico e culturale che dovrebbe costituire il loro futuro? Dov’è il progetto nuovo in tutto ciò? Dove è l’attenzione ai futuri liutai e ai futuri musicisti che domani suoneranno gli strumenti di liuteria? Alla fiera di Cremona dobbiamo tanto, ma vorremmo ricordare che a sua volta la fiera deve molto -tutto- al luogo in cui si trova e a coloro che lavorano in questo ambito. La vocazione della città di Cremona è indubbia, ma va coltivata con cura, non fustigata o peggio ancora ignorata. Grazie per la vostra attenzione”.
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