La straordinaria riscoperta di 8 capolavori cremonesi con "L'ultimo priore", mostra curata da Marco Tanzi
foto Francesco Sessa
Un liutaio tedesco, in città per Triennale e Mondomusica, guardava estasiato via Janello Torriani trasformata in un autentico salotto tra le pietre antiche della città. Guardava e cercava di capire cosa stesse accadendo, lì a pochi metri dal duomo con tanta gente riunita. Poi qualcuno glielo ha spiegato. Un miracolo della tenacia e della cultura. Tanta gente, molta più delle sedie disponibili nella bella strada, per un evento che fa riscoprire un tesoro di cui si erano perse le tracce: dipinti cremonesi di un periodo tra il Cinquecento e il Settecento. Si tratta di quadri di Giulio Campi, Giovanni Battista Trotti detto il Malosso, Andrea Mainardi detto il Chiaveghino, Giuseppe Nuvolone detto Panfilo, Francesco Boccaccino, Marcantonio Ghislina e Giacomo Guerrini. I quadri erano appartenuti a monsignor Giuseppe Bonfichi (1755-1840), almeno tre di questi dipinti erano collocati in San Domenico, la chiesa demolita per far posto ai Giardini Pubblici di piazza Roma. Il merito della scoperta e dell’allestimento della bella mostra negli spazi dell’Antichità Mascarini è Marco Tanzi, studioso cremonese di valenza internazionale. Bonfichi fu l’ultimo priore (da qui il titolo della mostra) e il primo – ed unico – parroco, fino al 1809, di San Domenico a Cremona: la chiesa forse più importante, certamente la più grande, dopo il Duomo, della città; abbattuta tra il 1869 e il 1871. Il sacerdote fu in seguito canonico arcidiacono e teologo della cattedrale dal 1809 al 1815; quindi parroco per venticinque anni a Sant’Agata. Nel corso del suo lunghissimo sacerdozio, in particolare nel primo tratto, monsignor Bonfichi riesce a riunire una cospicua raccolta di dipinti e opere d’arte provenienti dal cenobio domenicano, in parte custodite negli ambienti conventuali, e, in almeno tre casi, collocate sugli altari della chiesa. La mostra, davvero interessante, è stata possibile grazie alla passione dei fratelli Mascarini nel cui negozio di Antichità si tiene la rassegna. Il catalogo (stampato in maniera eccellente per le Edizioni Delmiglio dalla Service Lito di Persico Dosimo), sempre curato da Tanzi, viene venduto ad un prezzo simbolico e l’incasso totalmente devoluto all’Anfass di Cremona.
La mostra ha suscitato interesse e stupore per l’alta qualità dei dipinti. Ed ha dimostrato la grande potenzialità espositiva della nostra storia artistica e il rammarico di non poter più ammirare quelle grandi mostre che da troppo tempo mancano a Cremona. Alla fine della presentazione un intrattenimento musicale del Quartetto Veljak di Fiume a cui ha fatto seguito un aperitivo curato da Locanda Torriani.
Galleria fotografica di Francesco Sessa
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