Cronaca

'L'Italia chiamò!', Perri tra i sindaci che firmano per rifondare il Pdl

Un segnale in questo senso era già arrivato forte e chiaro dall’assessore al Bilancio Nolli, che parlando a Cremonaoggi aveva descritto un partito, il Pdl, ormai finito. Ora un passo ufficiale: c’è anche Oreste Perri tra i 12 sindaci primi firmatari (che rinunciano a candidature parlamentari) del manifesto “L’Italia chiamò!” per la rifondazione del Pdl. L’obiettivo: un nuovo “contratto sociale” con gli italiani. C’è la volontà di azzeramento di tutte le cariche e di tutti i ruoli per cui non si è stati eletti, e di selezione, partendo dal territorio, di una “nuova e credibile classe dirigente attraverso il metodo delle primarie a tutti i livelli, no ai listini bloccati, sì al merito, alla professionalità e possibilmente ad un’esperienza a livello amministrativo”.

Così il manifesto, che punta a raccogliere firme tra amministratori locali: “I vertici del Pdl devono fare un atto di generosità e riconoscere con umiltà gli errori di una stagione complessivamente fallimentare. E’ finita la stagione con Berlusconi senza se e senza ma, ci auguriamo che il presidente chiarisca al più presto i contenuti del nuovo progetto politico e che sia messa al centro l’importanza di facce non solo nuove ma soprattutto credibili. Solo così saremo disponibili a credere ancora una volta in lui aiutandolo nella sua sfida, in caso contrario le strade inevitabilmente si divideranno”.

I promotori, oltre a Perri, sono Alessandro Cattaneo, primo cittadino di Pavia, il sindaco di Ascoli Guido Castelli, Paolo Perrone di Lecce, Pasquale Aliberti di Scafati, Giovanni Schiappa di Mondragone, Luigi Mascia di Pescara, Umberto di Primio di Chieti, Maurizio Brucchi di Teramo, Nicola Ottaviani di Frosinone, Roberto Visentin di Siracusa e Marco Zacchera di Verbania.

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