Province, corsa contro il tempo ma ognuno pensa ancora solo per sè
Siamo agli sgoccioli. Poco più di una settimana e il Consiglio delle autonomie locali dovrà tramettere alla Regione il disegno per il riordino delle province. La battaglia, tuttavia, è tutto fuorché conclusa. Il Cal difende le autonomie locali, mentre dal Pirellone arrivano pressioni per la nascita di due macroregioni. Nello specifico, fuochi incrociati un po’ su tutto il territorio regionale, dato che su dodici province lombarde ben otto non raggiungono la superficie richiesta e dovranno unirsi. Subbuglio nel nord come nel sud della Lombardia, dove – dato per certo l’accorpamento tra Lodi e Cremona – Mantova vorrebbe restare da sola e resistere al provvedimento di Monti visto che è poco al di sotto del criterio fissato sulla dimensione (2.339 chilometri quadrati anziché 2.500 richiesti). Diversa la posizione dei comuni casalaschi che chiedono che la zona dell’Oglio Po, compresi i comuni mantovani, resti unita all’interno della stessa provincia, la provincia del Po con capoluogo Cremona. Una vera e propria corsa contro il tempo. Il 16 ottobre è fissata la seduta del Consiglio regionale che dovrà approvare il piano di riordino. Il 24 ottobre, in ogni caso, il governo deciderà. Da solo se la trattativa non avrà prodotto risultati. Sempre in attesa dell’esito dei ricorsi alla Corte Costituzionale e al Tar del Lazio sulla costituzionalità del provvedimento. Un mese e un giorno alla fine della battaglia. Che ognuno sembra ancora combattere per sè.
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