Cronaca

Spaccio, questione di famiglia: preso anche il nipote del boss Era subentrato allo zio

Altro durissimo colpo ai traffici di stupefacenti a Cremona. I carabinieri, dopo aver arrestato il ‘boss della cocaina’ lo scorso giugno (l’albanese 57enne Bardhi Hysa, detto ‘lo Zio’ e bloccato con droga per 65mila euro – leggi l’articolo) hanno fatto scattare le manette anche ai polsi del nipote 23enne, che dopo il primo blitz dell’Arma aveva preso il posto del parente nella gestione degli ‘affari’. Il ‘cambio al vertice’ è stato scoperto grazie alle indagini del nucleo investigativo del comando provinciale. Nelle scorse ore è scattato l’arresto e si sono aperte le porte del carcere. Addosso il ‘nuovo boss’ aveva tre grammi di polvere bianca, e altri 267 sono stati trovati nel corso delle perquisizioni effettuate in casa e all’interno della stessa cantina usata come deposito pure dal 57enne, in via Vitali. Spuntate, inoltre, cartucce da caccia detenute illegalmente. Secondo quanto stimato, l’80% della ‘neve’ rivenduta nella zona di Cremona transitava attraverso questo canale di spaccio.

AGGIORNAMENTO – I DETTAGLI

In arresto con l’accusa di detenzione di cocaina a fini di spaccio e di possesso di munizioni senza la necessaria denuncia all’autorità è finito S. Hysa, classe 1989, residente a Cremona. Il suo lavoro “ufficiale”: pizzaiolo, in un esercizio alle porte della città. A differenza del parente già finito in manette, il 23enne risulta incensurato. I militari del nucleo investigativo, come spiegato dal maggiore Rosario Gemma, sono stati impegnati per giorni in servizi di osservazione e pedinamenti, arrivando alla fine a colui che aveva preso il posto di Bardhi Hysa nel mercato della cocaina.

Il maggiore Gemma (foto Francesco Sessa)

Venerdì pomeriggio i carabinieri sono entrati in azione per la fase finale dell’attività: il 23enne era impegnato in atteggiamenti sospetti in una strada della periferia e quando il personale dell’Arma lo ha bloccato e lo ha perquisito ha trovato tre grammi di cocaina suddivisa in dosi e ben 750 euro (denaro ritenuto dagli investigatori provento di spaccio). L’attenzione si è poi spostata anche sulla cantina già usata come magazzino dal 57enne e finita nella disponibilità di S. Hysa dopo l’arresto di suo zio: qui è saltata fuori droga in grande quantità, pezzi di ‘coca’ in ‘sasso’, con una purezza tra l’85 e il 95% (e un valore tra i 15 e i 20mila euro). Secondo i militari gli stupefacenti che passavano da via Vitali non arrivavano solo a clienti finali, ma anche ad altri spacciatori che si rifornivano dagli Hysa.

Tra il materiale sequestrato, oltre, come accennato, a 20 cartucce da caccia, anche un bilancino di precisione e materiale utile per il confezionamento di dosi. Ora l’attenzione dei carabinieri resta altissima per contrastare i possibili sviluppi nel mondo della droga, dopo il vuoto lasciato dagli arresti di venerdì e di giugno.

Michele Ferro

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