Cronaca

Futura Provincia del Po, tra Cremona e Mantova 'guerra' per il capoluogo

Sopra, le vedute di Mantova e Cremona

Cremona ha fatto la sua mossa grazie alla relazione sulla proposta di ‘unione’ con Lodi e Mantova inviata gli uffici dell’Unione province lombarde e del Consiglio delle autonomie locali (proprio il Cal va in assemblea oggi sul tema del ‘riordino’ in vista di una proposta di ridisegno territoriale da inviare alla Regione). C’è però ora la necessità di trovare la giusta intesa con lodigiani e mantovani. I primi si sono sempre mostrati favorevoli al ‘matrimonio’ con Cremona, ma non vedono di buon occhio la presenza dell’area virgiliana (il presidente Foroni ha sempre parlato, in questo caso, di “territorio troppo esteso”). Mantova sta invece provando in tutti i modi a mantenere la propria autonomia, e resta aperta anche la questione capoluogo (ruolo che nella Provincia del Po, salvo accordi diversi, spetterebbe a Cremona in quanto città più popolosa; qui ci sarebbero gli uffici centrali e i centri decisionali). Come riporta la Gazzetta di Mantova, il presidente virgiliano Pastacci (con il supporto di sindaci e categorie economiche di quel territorio) cercherà di far passare un’interpretazione inedita della riforma: “Se si divide l’area regionale per il numero minimo di chilometri quadrati, ovvero 2500, la Lombardia ha diritto a otto-nove province. A quel punto, con la nostra posizione strategica al confine con Emilia e Veneto, e con la nostra storia, avremmo gli elementi per non perdere l’autonomia”. Nel caso questa strada non risultasse percorribile, la Provincia del Po sarebbe sempre più vicina. Ma, come accennato, si ‘accenderebbe’ la guerra per il ruolo di capoluogo. Mantova non ci sta a ‘cedere’ lo scettro alla città del Torrazzo. Così Pastacci sulla Gazzetta: “Vogliono stare con noi? Dovranno trattare”.

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