Cronaca

Tempo lungo ai privati, i sindacati: macché risparmi, penalizzati i precari

Foto Francesco Sessa

I sindacati tornano a far sentire la propria voce, assai critica, sul caso dell’esternalizzazione della gestione tempo lungo negli asili comunali. Attacchi sono volati dalla sede Cisl di viale Trento e Trieste, dove le sigle si sono riunite nel pomeriggio per esprimere pubblicamente la loro posizione. Giudizi negativi sul piano di ‘privatizzazione’ (“nessuna garanzia di risparmio, scelta ideologica, politica, e non necessaria”) e parole dure sulla Giunta per l’assenza di veri confronti (“rifiutata la nostra proposta”). In attesa che arrivino le attese risposte alle richieste di incontro inviate dai sindacati al primo cittadino Perri e, tramite Confcooperative, alle stesse cooperative che gestiranno il tempo lungo.

“Persi 13 posti di lavoro con contratti equi”, ha sottolineato Donata Bertoletti (Cgil), “metà perderà il posto, l’altra metà lavorerà attraverso le cooperative ma con salari ridotti (conti alla mano i sindacati parlano di poco più di 300 euro al mese, ndr)”. “Ancora oggi in Comune – è andata avanti – non sanno effettivamente quantificare il risparmio, nonostante i numeri comparsi sulla stampa”.

“Da noi nessuna questione ‘privato sì, privato no’, – assicurano Cgil, Cisl e Uil – nessuna posizione ideologica e non siamo contro le cooperative, anzi”.

“Scorretto sfruttare la situazione di lavoratori precari” (Bertoletti). Monica Vangi (Cgil): “Per abbassare i costi si abbassano salari di giovani lavoratori”. I sindacati evidenziano che se l’unico risparmio arriva dal fronte stipendi, tutto il resto rimane però a carico del Comune e spuntano anche problemi legati al nuovo modello di gestione (“che fine fa il risparmio?”): le maestre del tempo lungo non potranno lavorare nel tempo normale (ad esempio per sostituzioni), assistenza handicap spostata sui servizi sociali, alle cooperative meno soldi di quanto inizialmente previsto (gli importi devono tenere in considerazione l’Iva).

In poche parole, sindacati contro un’Amministrazione che cercherebbe di giustificare una scelta basata su motivazioni ideologiche e politiche, parlando di necessità di risparmio (risparmio che però Cgil, Cisl e Uil non vedono in questo modello organizzativo) e di limiti di spesa per i precari (nei piani dei sindacati col personale necessario al tempo lungo questi limiti non verrebbero superati).

Altro nodo, su cui ha posto l’accento Monica Manfredini (Cisl), l’aumento delle tariffe e il costo dei servizi per le famiglie e le fasce più deboli: “Ora nel tempo prolungato tutti pagano allo stesso modo, è scorretto”.

In partenza una raccolta firme. Due le domande contenute nel volantino che la accompagna: “Ma allora perché questa privatizzazione senza senso? Forse è solo l’avvisaglia della volontà di questa Amministrazione di affidare le scuole comunali al privato, indipendentemente dalla economicità dell’operazione?”. Scontro frontale.

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