Il mais cremonese bruciato dalla siccità "Con scarsa irrigazione perdite fino all'80%"
Un’immagine che non ha bisogno di spiegazioni. Sono gli effetti della siccità sui campi del cremonese. A mostrarli è l’agricoltore di Grontardo Giuseppe Olivieri che – a causa della scarsità di acqua – ha dovuto operare una scelta sulle modalità di irrigazione dei suoi campi di granoturco. “Non credo servano grandi discorsi per mostrare la differenza tra la resa di un campo di mais che è stato correttamente irrigato e quella di un campo dove purtroppo non siamo riusciti a garantire la giusta quantità d’acqua – dice Giuseppe -. Basta guardare le piante: da una parte quelle arse e stremate nel campo non irrigato, dall’altra quelle rigogliose e ancora di un bel verde del campo irrigato. Il confronto tra le pannocchie mostra tutta l’entità del danno che subiamo: la pianta che ha sofferto la sete dà una pannocchia piccola, irregolare, povera, completamente diversa dalla pannocchia – grande, sana, perfetta – che ricaviamo dal terreno dove siamo riusciti a dare l’acqua”.
“Purtroppo, a causa della carenza d’acqua, abbiamo dovuto fare una scelta – continua – Alcuni campi sono stati irrigati adeguatamente, considerato anche il fatto che, con queste temperature, abbiamo dovuto procedere ad un numero di irrigazioni superiore rispetto agli scorsi anni. Non avendo acqua a sufficienza, abbiamo dovuto abbandonare altri campi e in quelli che non hanno avuto l’irrigazione, la perdita è enorme, fino all’80% del raccolto”.
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