Cronaca

Mantova non ci vuole capoluogo E ora Lodi: "Niente Provincia del Po" Il difficile matrimonio fra terrritori

Risulta ancora più tortuoso di quanto inizialmente immaginato il cammino che porta alla creazione delle nuove Province e verso l’unione del territorio cremonese con Mantova o Lodi (o con entrambe le aree per la Provincia del Po). I vicini virgiliani continuano a discutere dell’idea di una “Mantova grande”, che comprenda i Comuni limitrofi, per raddoppiare gli abitanti e acquisire così il ruolo di capoluogo in caso di ‘nozze’ con Cremona (e magari Lodi). Un ruolo, quello di capoluogo, che alle condizioni di oggi verrebbe affidato alla città del Torrazzo, all’ombra del quale (in una posizione per di più baricentrica nell’ipotesi della Provincia del Po) rimarrebbero pertanto, con tutta probabilità, le sedi principali degli uffici dello Stato, la questura e i comandi di carabinieri e vigili del fuoco, per citare solo alcune strutture.

Pure oggi la questione ha spazio sulle pagine della Gazzetta di Mantova, tra chi è d’accordo – come il presidente del consiglio comunale Giuliano Longfils che per primo ha confermato il progetto, e il numero uno della Provincia Alessandro Pastacci – e chi invece non lo è (uno sguardo è stato lanciato dal quotidiano anche a ciò che avviene a casa nostra, menzionando il vecchio progetto della “Grande Cremona” ricordato da Cremona Oggi). Resta poi il nodo praticabilità: potrebbe infatti essere arrivata troppo tardi la mobilitazione per la “Mantova grande”.

Lo abbiamo scritto qualche giorno fa: negli ambienti politici cremonesi il piano virgiliano non è affatto piaciuto (ovviamente). Da noi l’ipotesi preferita resta il ‘matrimonio’ Lo-Cr-Mn (con Salini pronto ad aprire a Piacenza). Ma una doccia fredda che complica un po’ le cose arriva dal Lodigiano. In una lunga intervista rilasciata al giornale Il Cittadino, il presidente della Provincia di Lodi Pietro Foroni si dimostra per nulla favorevole alla nascita della Provincia del Po (un po’ scettico si era già mostrato anche il collega mantovano come riportato dalla locale Gazzetta). Queste le parole di Foroni, con riferimento a una unione che prevede anche Pavia: “Non credo che possa essere la soluzione ideale. Rischia­mo di cavalcare la stessa posizione del Governo, che vuole allontanare le scelte dai territori e dai cittadini che ne pagheranno eventuali conse­guenze. Strutture troppo grandi re­plicherebbero le difficoltà di gestio­ne delle Regioni. Ha senso una ma­croregione del Nord che possa a li­vello paritario dialogare con lo Stato centrale e con l’Europa, ma non ha senso una macroprovincia in cui qualcuno rischia di recitare il ruolo di fanalino di coda. Bisogna saper di­stinguere tra ruoli e competenze dei diversi livelli istituzionali. E del re­sto, a suo tempo ci separammo da Milano proprio per questo: per veder riconosciuta una nostra autonomia storica, ma anche per contare di più nei processi decisionali che ci ri­guardavano, avvicinando l’ente ai cittadini che era chiamato a gover­nare. Non possiamo fare ora il pro­cesso inverso“. La legge impedisce a Lodi di tornare con Milano. Uniche strade percorribili: Cremona o Pavia.

Michele Ferro

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