Cronaca

Il destino dei 480 dipendenti della Provincia e i 103 comuni che dovranno riorganizzarsi Ecco quello che non si è ancora detto sugli effetti della 'spending review'

L’effetto della Spending Review sulle province. Non è solo questione di cancellazioni e necessari accorpamenti. C’è la riorganizzazione dei dipendenti dell’Ente e quella relativa ai piccoli comuni. Due temi importanti proposti in Consiglio provinciale da Giovanni Biondi. “Cosa comporta la riorganizzazione dell’Ente sui dipendenti?”, ha chiesto il consigliere al presidente. Il futuro è incerto per i 467 dipendenti di ruolo della Provincia di Cremona con contratto a tempo indeterminato (erano 485 nel 2009 e 477 nel 2010), per gli 11 dirigenti e per i 13 dipendenti a tempo determinato. “Già adesso non possiamo più fare assunzioni o sostituzioni – ha spiegato Salini -. Vista la cancellazione della Provincia di Cremona e il nuovo assetto ancora da decidere, ad oggi non siamo in grado di dare delle risposte sul futuro dei dipendenti. Dovremmo fare una riorganizzazione del personale, ma non ne sappiamo di più perché non conosciamo ancora il futuro della Provincia. Nei prossimi giorni daremo una risposta, anche perché questa situazione d’incertezza non giova a dipendenti e struttura”.
Altro discorso, la riorganizzazione dei piccoli comuni. Attualmente in provincia – secondo i dati forniti dall’assessore Filippo Bongiovanni (Lega) – ci sono 10 Unioni comunali con 32 comuni coinvolti. I comuni che saranno interessati dalla riorganizzazione sono 103 comuni su 115 della Provincia con solo 12 comuni esclusi dal processo. Il decreto legge varato dal Consiglio dei Ministri introduce, infatti, un “regime prevalente” uguale per tutti i Comuni sotto i 5000 abitanti (o 3000 nel caso di Comuni montani), che potranno così utilizzare o lo strumento della convenzione oppure quello dell’unione prevista dal Testo Unico degli enti locali (dlgs 267/2000).
Il decreto stabilisce nove funzioni fondamentali da gestire in maniera associata: organizzazione generale dell’amministrazione, organizzazione dei servizi pubblici, catasto, pianificazione urbanistica ed edilizia, protezione civile , raccolta e smaltimento dei rifiuti e la riscossione dei relativi tributi, servizi sociali, servizi scolastici, polizia municipale. I Comuni con meno di 5000 abitanti dovranno gestire in maniera associata tre delle funzioni sopra citate entro il 1° gennaio 2013 e le restanti entro il 1° gennaio 2014.
“La maggior parte dei cittadini della Provincia – ha commentato il consigliere Biondi dopo la relazione dell’assessore – dovranno andare in contro alla razionalizzazione dei propri comuni. Per le difficoltà e l’impatto del processo, l’Ente deve individuare una persona che segua la partita, per fare in modo che non sia solo l’esperienza casalasca a fare da capofila”.

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