Oltre 950 mila litri di gasolio di contrabbando Coinvolta Cremona
Il video della Guardia di Finanza
Oltre 950mila: a tanto ammontano i litri che 56 aziende operanti tra le province di Cremona, Sondrio, Lecco, Bergamo, Como, Milano, Torino Cuneo ed e Alessandria, al rientro dalla zona extra-doganale di Livigno, hanno ”omesso” di dichiarare all’ingresso del territorio doganale italiano. Il sistema di evasione è stato individuato dai finanzieri di Passo del Foscagno, che hanno rilevato alcune anomalie nei transiti di diversi automezzi in entrata ed in uscita verso il territorio del comune di Livigno. L’azienda del cremonese coinvolta è un importante deposito di Sergnano che – secondo quanto riferito dalla Finanza – sarebbe stato uno degli snodi maggiori.
Molti di quei camion avevano provveduto all’installazione di serbatoi di carburante supplementari od ausiliari in grado di aumentare, ed anche raddoppiare o triplicare, la capacità di carico originale del mezzo, passando da capacità medie di 250 litri a capacita’ effettive di anche 1.200 litri come riscontrato in alcuni casi; le modifiche così apportate consentivano di sfruttare al massimo la netta convenienza dei prezzi alla pompa praticati nel territorio extradoganale.
Attraverso un’articolata ricostruzione, fatta di acquisizione di documentazione contabile, incrocio di dati informatici, pedinamenti ed appostamenti, i finanzieri sono riusciti a ricostruire tutte le operazioni di rifornimento di gasolio effettuate nel territorio di Livigno da parte dei camion sospetti ricostruendo un’evasione di IVA e di accise complessivamente ammontante ad oltre 676.000 euro.
Infatti la normativa vigente consente di introdurre nel territorio dello Stato, in esenzione dal pagamento di IVA ed accise, esclusivamente il carburante contenuto nel serbatoio ”normale”, cioe’ quello installato dalle case costruttrici degli autoveicoli. E’ invece escluso dall’agevolazione il gasolio contenuto nei serbatoi supplementari o maggiorati (anche se regolarmente omologati), che deve essere assoggettato al pagamento dei diritti.
Il meccanismo di frode si è rivelato particolarmente diffuso soprattutto tra le società che operano nel settore degli autotrasporti (complessivamente oltre 70 i mezzi coinvolti) per le quali il prezzo del gasolio rappresenta uno dei principali centri di costo ed il meccanismo adottato consentiva di ridurre in maniera molto sensibile il costo connesso all’acquisto del carburante; le aziende coinvolte operanti nella Provincia di Sondrio sono risultate essere 33.
Sono in corso le notifiche dei verbali ai relativi responsabili; le sanzioni che verranno segnalate all’Agenzia delle Dogane di Sondrio sono quantificabili nel massimo in un importo di oltre 6 milioni di euro.
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