Perché Berlusconi torna in campo?
La domanda è sulla bocca di molti: ma è vero che il Cavaliere vuole ricandidarsi premier? Perché non molla? Non gli è bastata l’esperienza di quattro governi terminata, come sappiamo, lo scorso 12 novembre nel tripudio degli avversari che nel gaudio (etilico) parlarono addirittura di “Festa di liberazione”? Ora, oplà, il dietrofront. Che c’è sotto?
Un passo indietro. Nella sua prima intervista ad un quotidiano da quando aveva lasciato la presidenza del Consiglio – intervista esclusiva al Financial Times concessa ai primi di febbraio – Silvio Berlusconi disse: “No, non mi candiderò premier anche se sono sempre il più popolare. Farò da padre nobile del Pdl: è Alfano il mio erede, eppoi decideranno le primarie”. Il mese dopo Berlusconi è diventato – per la terza volta – presidente del Milan con due vice (il fratello Paolo e il fido Galliani). E tutto lasciava presagire che a 76 anni avesse trovato pace nello sport ed una nuova vita dopo le famose 2.600 udienze, 25 processi e nemmeno una contravvenzione. Famoso, a tal proposito, il titolo del Giornale del 26 febbraio 2012 dopo l’esito del processo Mills (reato rescritto) :”Berlusconi-PM: 25-0”. Il Cavaliere commentò:”Mezza giustizia è fatta”.
Ora, in piena estate, nove mesi dopo l’insediamento di Monti, l’annuncio del “ritorno” che ha spiazzato molti, persino Maroni. Che ha commentato :”Berlusconi in campo? Dove, a San Siro?”. Ha aggiunto Rosy Bindi: “Gli italiani apprezzeranno questa grande novità…”.
E’ bastato dunque l’annuncio della “discesa in campo” di Sua Emittenza per rivedere le solite scene: i comici hanno brindato, i democratici si sono azzuffati in assemblea – stavolta sui matrimoni gay e sulle primarie -, Napolitano ha sollecitato una nuova legge elettorale, le agenzie di rating hanno continuato a bocciarci (seppur tra le critiche e i sospetti sulla trasparenza di giudizio) e le banche a voltarci le spalle (i mutui, in tre mesi, sono crollati del 47%).
Ufficialmente Berlusconi torna perché convinto dai sondaggi. Che hanno detto: col solo Angelino il partito non va oltre il 10-12%, se Silvio si limita a fare il “padre nobile” massimo si arriva al 17-21%. Altra musica, altri numeri, con Berlusconi candidato premier. La sondaggista Alessandra Ghisleri sostiene che il ticket Berlusconi-Alfano con una squadra di giovani dirigenti può arrivare al 28%. Persino al 30%. Il giornale La Repubblica ha fatto fare un sondaggio all’Ipr che ha confermato: ”Sì il centrodestra prenderebbe un 30% contro un 40% dell’alleanza Pd-Idv-Sel. Difficile, al momento, dire quale sondaggista abbia ragione.
Un fatto è certo, la sesta discesa in campo di Berlusconi fa evidentemente paura. Valga per tutti quello che ha detto domenica scorsa Bersani: ”Si sente di agghiaccianti ritorni… Liste di fantasia, partiti per procura, leadership invisibili e senza controllo”. Anche Giuliano Ferrara ha detto la sua: ”Berlusconi può rivincere ma non deve mollare Monti”.
Nel frattempo, mentre lorsignori parlano, il debito pubblico è aumentato, la disoccupazione giovanile ha fatto un nuovo record (34,2%), il Pil va a rotoli e la grande “mission” di Rigor Montis – cioè la diminuzione dello spread – è una patacca. In compenso sono cresciute le tasse, i tagli alla Sanità, alla Giustizia, agli uffici postali. Nove mesi di stangate, disoccupazione, di espropri fiscali (dei patrimoni privati) hanno lasciato un brutto segno. Della Dolce Vita di un tempo c’è rimasto solo il diabete. Quasi quasi mi verrebbe da concludere alla Veneziani: l’italia è finita, andate in pace.
Enrico Pirondini
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