Cronaca

Cremona, inizio 2012 senza lavoro In aumento del 42,68% le ore di cassa integrazione Colpiti commercio, edilizia e artigianato

L’inizio 2012 nel cremonese, come nel resto del Paese, non è stato l’anno della crescita e neppure quello del lavoro. I dati Inps di giugno 2012 confermano un aumento della cassa integrazione. Cremona è la provincia lombarda più colpita, ben al di sopra della linea regionale (1,87%) con una crescita del 42,68% del totale delle ore autorizzata di cassa integrazione rispetto al periodo gennaio-giugno dell’anno precedente. Le altre province: Varese (7,32%), Sondrio (8,62%), Bergamo (28,78%), Mantova (5,47%), Lodi (21,05%) e Pavia (7,16%). Se invece si considera il numero equivalente delle ore in cassa integrazione per occupato, cioè il numero “aggiuntivo” di persone senza lavoro, Cremona è al 4,32%. Gli altri valori: Bergamo al 4,38%, Brescia al 6,04%, Como al 6,28%, Lecco al 7,38%, Lodi al 3,46%, Milano al 2,43%, Mantova al 3,52%, Pavia al 3,63%, Sondrio al 2,11%, Varese al 7,12%. La media regionale si colloca al 4,12%.
1 milione 629 mila e 496 ore di cassa ordinaria autorizzate agli operai in sei mesi, 342 mila e 290 agli impiegati con un incremento del 64,04% dei primi rispetto al 2012 e 77,25% degli impiegati. In crescita anche la cassa straordinaria (17,60%) e quella in deroga (37,87%). Per quanto riguarda gli operai, il settore più colpito è quello del commercio (+50,26%), per quanto riguarda gli impiegati sono i comparti dell’edilizia (+102,35%) e dell’artigianato (+72,84%).

I DATI IN LOMBARDIA

La cassa integrazione in Lombardia fa registrare una crescita complessiva del 4% rispetto al primo semestre del 2011. Aumenta la cassa in deroga (24%) e la cassa ordinaria (46%), mentre si riduce di circa il 30% la cassa straordinaria. La variazione congiunturale complessiva sul mese precedente (giugno su maggio 2012), segna una riduzione del 22%, mentre la variazione tendenziale rispetto al 2011 è di un aumento del 17%. I dati sinora conosciuti, relativi ai mesi precedenti, dell’osservatorio regionale sui licenziamenti, confermano il trend di un preoccupante aumento. Nei primi quattro mesi del 2012 siamo già arrivati a 31.685 licenziamenti, con una crescita del 25% rispetto ai mesi precedenti del 2011. “Questi dati – commenta la Cgil – segnalano ancora una volta la profondità della crisi, la sua trasformazione e l’andamento oscillante dei suoi effetti, e riconfermano le caratteristiche e i limiti di struttura del sistema economico regionale: il tessuto produttivo e occupazionale della Lombardia, dall’inizio della crisi, sta subendo una significativa riduzione di circa il 25%, mentre la disoccupazione è in crescita (i dati ufficiali indicano che è arrivata ad oltre il 7%),  e lungo è l’elenco delle aziende e delle attività in difficoltà o in procinto di chiusura, uno stillicidio continuo e inarrestabile”.
Tutti i settori registrano tassi di crescita della cassa, ma i più colpiti sono: chimica (39,59%), carta-editoria (38,42%), trasporti-comunicazioni (50,71%), servizi (53,73%), commercio all’ingrosso (64,46%), legno (48,29%), intermediari (40,72%). Le attività e i settori dove si registra un aumento della cassa sono l’artigianato, con +37%, i settori vari con + 61% e l’edilizia con +20%.
“Noi non ci rassegniamo alla crisi – dice la Cgil – E’ necessario attivare rapidamente un tavolo che, oltre alle Commissioni Parlamentari Lavoro e Attività Produttive, che abbiamo recentemente incontrato a Roma unitariamente, comprenda il Governo, la Regione e le parti sociali, per individuare linee politiche concrete e immediate di intervento per difendere e rilanciare il manifatturiero lombardo”.

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