Tagli delle province, le possibili soluzioni E da Piacenza: "Preferiamo Cremona a Parma"
Tagli alle Province. In attesa di capire quali saranno i criteri per il mantenimento o la soppressione degli Enti Provinciali, ecco le tre possibili soluzioni alla luce della situazione cremonese che pecca in superficie (1.771 chilometri), ma ha bollino verde su popolazione (357.473 abitanti) e su numero di comuni (115).
La situazione attuale è di 12 province in regione.
Se dovessero valere almeno due criteri sui tre di quelli stabiliti (350,000 abitanti; 3,000 chilometri quadrati; 50 comuni): da 12 province lombarde si passerebbe a 10. Monza e Brianza accorperebbe Lecco e Cremona Lodi.
Se dovessero valere congiuntamente i due criteri stabiliti (350,000 abitanti; 3,000 kmq): da 12 province si passerebbe, invece, a 6. Cremona in particolare non risponderebbe al requisito dell’estensione e dovrebbe andare con Mantova.
Intanto, nella vicina Emilia, si sta facendo largo nella Provincia di Piacenza l’idea di un referéndum per andare il Lombardia. L’ipotesi di un accorpamento con Parma, infatti, non piace ai piacentini che preferiscono Cremona. “Un riordino dal basso, non calato dall’alto”, ha dichiarato il presidente della Provincia Massimo Trespidi. “Noi ci sentiamo più vicini a Cremona che a Parma”, ha dichiarato il sindaco di Castelvetro che pensa di dare la parola ai cittadini per decidere il cambio di provincia.
Ed anche il presidente della Provincia di Cremona, Massimiliano Salini, apre all’idea di una “collaborazione allargata” con Piacenza e Lodi. Secondo il presidente della Provincia ci sono molte cose in comune tra Cremona e Piacenza: il fiume, l’autostrada, l’energia (Isola Serafini e non solo), l’obiettivo comune di trasporti celeri con Milano. “Che si chiami accorpamento o collaborazione stretti – ha detto Salini – quello che mi interesse è che il buon rapporto continui”.
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