I partiti litigano sui posti nel Cda di Linea Group ma Monti aveva già cambiato i criteri Lgh: "Nomine sospese: prima approfondire"
Situazione di stallo in Linea Group, la holding che raggruppa alcune municipalizzate del nord. Aldilà delle consuete beghe politiche (spaccatura tra correnti del Pdl, la Lega che reclama un posto in Cda e la Bonaldi – neosindaco di Crema – che lo vuole per la sua coalizione: solite baruffe per le poltrone) la fumata nera deriva dalla Spending review di Mario Monti diventata ormai legge con la firma di Napolitano che – se applicata anche ai rinnovi di Linea Group – rivoluziona i criteri delle nomine dei Cda. Questo ha fatto saltare tutti i patti parasociali tra le varie componenti della holding creando lo sbandamento. Inutile anche la lite sulle poltrone tra Bertusi e Rossoni scoppiata in un agriturismo di Pizzighettone, con diverse decine di testimoni: bastava leggere il decreto Monti e lo stop alle nomine nei Cda con i vecchi criteri e si evitava una lite che ha messo in forte imbarazzo anche lo stesso coordinatore provinciale del Pdl Luca Rossi.
Il decreto legge 95 del 6 luglio riduce a 3 o 5 (a seconda della complessità) i membri dei Cda delle imprese pubbliche partecipate a decorrere dal momento del rinnovo (dunque, sarebbe il caso di Lgh). Non solo, l’articolo 4 dice che – nel caso di 3 membri, per esempio – due devono essere “dipendenti dell’amministrazione titolare della partecipazione o di poteri di indirizzo e vigilanza, scelti d’intesa tra le amministrazioni medesime, per le società a partecipazione diretta, ovvero due scelti tra dipendenti dell’amministrazione titolare della partecipazione della società controllante o di poteri di indirizzo e vigilanza, scelti d’intesa tra le amministrazioni medesime, e dipendenti della stessa società controllante per le società a partecipazione indiretta”. Ossia, membri scelti sia tra i dipendenti dei Comuni (Cremona, Rovato, Pavia, Lodi e Crema), sia tra i dipendenti delle società controllanti (Aem, Cogeme, Asm, Astem, Società Cremasca Servizi). In più, il decreto obbliga questi due membri a riversare i compensi derivanti da questo incarico alla società di appartenenza. Il terzo componente del Cda svolge funzione di amministratore delegato e può essere un esterno. Questa norma, dalle prime interpretazioni, potrebbe essere in contrasto col decreto legge 138 del 2011 che vietava che dipendenti, dirigenti o ex amministratori degli enti controllanti diventassero componenti dei Cda.
IL COMUNICATO DI LGH: “NOMINE SOSPESE PER APPROFONDIMENTO LEGALE”
Nel pomeriggio, dopo l’Assemblea dei Soci, la nota di Lgh. “A fronte – si legge nel comunicato – della recente pubblicazione delle norme in materia di revisione della spesa pubblica, detta “spending review 2” (decreto Legge 6 luglio 2012, n° 95 recante il nome di “Disposizioni urgenti per la revisione della spesa pubblica con invarianza dei servizi ai cittadini” pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 6 luglio 2012), prima di procedere alla definizione delle cariche sociali, l’Assemblea ha deliberato un necessario approfondimento legale sui termini e vincoli di nomina definiti da questa nuova legislazione nazionale”.
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