Cronaca

Editore scambiato per bombarolo: "Qui per libro d'arte"

Sopra, le forze dell’ordine in Comune e l’editore inizialmente sospettato (foto Francesco Sessa)

Chiedere di vedere il sindaco per proporre un libro d’arte e trovarsi in Questura sospettato di essere uno che semina bombe o provoca allarmi ingiustificati. E’ l’avventura capitata a questo signore di Vicenza, G. il suo nome,  che lavora nel campo editoriale e che, in mattinata, alle 8,15, si è presentato nell’atrio di Palazzo comunale chiedendo di parlare con il sindaco. Telefonata alla segreteria di Perri: non c’è nessun appuntamento fissato, il sindaco non è in sede. Il signore non si scompone, non sapeva degli incontri solo su appuntamento, dice: “Passo più tardi”. Sotto braccio un faldone e un libro. Un’ora dopo eccolo di ritorno, di nuovo niente da fare per vedere Perri. Negli stessi frangenti arriva una chiamata anonima al centralino del Comune: c’è una bomba a Palazzo. Fuggi fuggi generale. Tutti fuori, impiegati, uscieri e assessori. Poi qualcuno si ricorda di quel signore di Vicenza, descritto da un dipendente comunale con queste caratteristiche: grasso, con barba e capelli rossi, vestito di nero, con un cappello in testa e un misterioso faldone sotto braccio che poteva contenere di tutto. Oltretutto voleva incontrare il sindaco di cui non conosceva neppure il nome.

“ERO QUI PER UN LIBRO SULLE CITTA’ D’ARTE”

Arrivano polizia, carabinieri, vigili urbani. Nelle vicinanze, dopo un po’, viene trovato dal comandante dei vigili Germanà Ballarino l’uomo che corrisponde alla descrizione, e viene poi “passato” alla polizia: invito in Questura. Qui la persona, sudata e allarmata da tanto clamore, racconta perché era a Cremona e perché in Comune. Consegna il suo cellulare dal quale non è partita nessuna telefonata. Mostra il contenuto del faldone: fotografie, fogli e un libro d’arte. Ovviamente alla polizia non resta altro da fare che chiedere scusa del disturbo e lasciarlo alle sue attività editoriali. L’uomo, verso le 11 e mezza è tornato nell’atrio del Comune per chiedere spiegazioni, per sapere chi aveva indirizzato le indagini su di lui e per quale motivo. Presenti due vigili urbani, ha raccontato ancora il motivo della sua presenza in città e della richiesta d’incontro con il sindaco. “E’ incredibile – ha detto all’uscita – Non ho parole. Ero qui a Cremona per fare il mio mestiere. Purtroppo tutti questi contrattempi mi hanno fatto perdere un giorno di lavoro. Sto preparando, con una casa editrice, un libro sulle città d’arte della Lombardia e volevo illustrare l’opera al sindaco. Poiché alcuni sindaci ricevono i cittadini senza appuntamento, non ho pensato di far precedere la mia visita da una telefonata. Adesso ho chiesto l’appuntamento e la settimana prossima vedrò il sindaco Perri per sottoporgli l’opera editoriale. Ora vado a Bergamo, devo incontrare, spero con maggior fortuna, il sindaco di lassù”.

INDAGINI SULLA CHIAMATA ANONIMA

Digos attiva per l’analisi delle registrazione video dell’area del Municipio e scattati accertamenti sui tabulati. Vanno avanti le indagini per risalire all’autore della minacciosa telefonata anonima che parlava della presunta presenza di bombe in Comune. Telefonata che ha portato alla grande mobilitazione delle forze dell’ordine in centro, all’evacuazione di Palazzo comunale (dopo i controlli, dipendenti rientrati verso le 11) e allo spostamento della Giunta al comando della polizia locale in un clima di preoccupazione.

ALLARME BOMBA: LA MOBILITAZIONE DELLE FORZE DELL’ORDINE, IL SINDACO E LA GIUNTA FUORI DA PALAZZO COMUNALE (foto Francesco Sessa)

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