Cronaca

Il pm antimafia Roberto Pennisi: 'La 'ndrangheta delocalizza: area interessata va da Cremona a Venezia'

Il 17 aprile 2012 il sostituto procuratore nazionale antimafia Roberto Pennisi in Commissione parlamentare antimafia ha tenuto una relazione sulla presenza delle mafie nelle regioni del Nord-Est (Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige), parlando anche della situazione cremonese, oggetto di delocalizzazione mafiosa. Pennisi ha detto, tra le altre cose, che non esiste una ‘ndrangheta unitaria ma che i cordoni ombelicali che si legano ai diversi territori della madrepatria calabrese si tagliano e si riannodano a seconda dei bisogni. Il sostituto procuratore antimafia ha poi dichiarato – secondo quanto riportato in un interessante articolo pubblicato sul sito de “Il Sole 24 ore” da Roberto Galullo – che le mafie delocalizzano con criteri “imprenditoriali” nella loro strategia militare. “Sulla base dei dati a mia disposizione mi sono anche esercitato in un’attività di cartografo – ha detto Pennisi davanti ai Commissione parlamentare antimafia e rivolgendosi al presidente Beppe Pisanu -. Ho preso una cartina geografica del Nord-Est d’Italia e ho disegnato, signor presidente, l’area interessata da ciò che sto dicendo. Lei vedrà che tale area parte da Modena e investe Reggio Emilia, Salsomaggiore, Piacenza e Cremona. Con Cremona siamo già in territorio lombardo; questa è una parte di Lombardia che sfugge alla Lombardia criminale, per come ci è nota attraverso quelle indagini. L’area poi prosegue fino ad arrivare nel Veneto, dove termina. Questa è l’area del futuro, includendo Venezia; questa è l’area alla quale bisognerà stare particolarmente attenti per il futuro”.

Pisanu lo interrompe un attimo per capire meglio (come spiega Galullo che riprende la cronaca dell’audizione): “A causa della colonizzazione, questa volta da parte dell’altra ‘ndrangheta (ovvero quella non descritta dalle operazioni sull’asse Milano-Reggio Calabria, ndr)”. Pennisi risponde: “È zona di delocalizzazione; quell’altra ‘ndrangheta non colonizzerà mai, per evitare di commettere l’errore commesso dalla ‘ndrangheta reggina. Continueranno invece in questa attività di delocalizzazione. Questo punto è importante, perché, se non si capisce qual è la strategia criminale della ‘ndrangheta con riferimento ad un certo territorio, spesso si corre il rischio di commettere grandi errori investigativi. Se andiamo a cercare i reinvestimenti, cioè il denaro che parte dal Sud diretto al Nord, rischiamo di fare un passo nel vuoto. In realtà, lo scopo è il contrario: creare ricchezza nel Nord Italia per farla convergere verso il Sud”. Pisanu insiste e ricorda le recenti parole del prefetto di Venezia, il quale ha dichiarato: “Nella Regione Veneto non si registra una presenza radicata di organizzazioni criminali secondo le caratteristiche tipiche delle associazioni criminali di stampo mafioso”. Pennisi non si scompone e risponde: “Se rapportate questa affermazione con ciò che vi ho detto prima, va bene. Per esercitazione (i francesi direbbero amusement), fate un paragone tra il prefetto di Venezia e il prefetto di Reggio Emilia, che ha ricevuto dieci giorni fa una missiva con tre proiettili. Tempo fa il prefetto di Reggio Emilia avrebbe potuto dire la stessa cosa. Non vorrei che un giorno anche il prefetto di Venezia si veda recapitare una missiva con i proiettili”.

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