Cronaca

Bandito con il tatuaggio assalta la banca, in aula il cassiere racconta

Il loro modus operandi era sempre lo stesso: uno entrava in banca armato di taglierino, si faceva consegnare il denaro e teneva a bada il personale e i clienti, l’altro si occupava che nessuno entrasse e di avvertire il complice di eventuali pericoli, come ad esempio l’arrivo delle forze dell’ordine. Le indagini dei carabinieri e le testimonianze hanno permesso di identificare gli autori di alcune rapine in due pluripregiudicati, Daniele De Rosa e Luigi Esposito, entrambi residenti nel mantovano. Segno particolare di Esposito, un tatuaggio sul collo a forma di palla di biliardo con disegnato il numero 13 che durante le rapine nascondeva con un cerotto.

RESPONSABILI DI ALTRE RAPINE

I due sono a processo per una rapina messa a segno a Cremona al Banco di Brescia il 5 gennaio del 2007. Per l’accusa, sono gli autori anche di altri colpi avvenuti nel 2006 a Soncino e nel marzo del 2007 a Piacenza, quando erano stati arrestati. Gli album fotografici, gli scambi di informazioni con i carabinieri di Mantova, Brescia, Piacenza, Bergamo e Castiglione delle Stiviere, le testimonianze e i riscontri del Ris hanno permesso di identificare i due come gli autori della rapina di Cremona.

IL RACCONTO DEL CASSIERE

All’epoca uno dei cassieri del Banco di Brescia li aveva riconosciuti. “E’ passato un po’ di tempo, ma mi ricordo”, ha detto oggi il testimone: “uno dei due era entrato chiedendomi del direttore. Voleva aprire un conto corrente. In quel momento, però, il direttore era occupato, così gli ho chiesto di accomodarsi. Dopo qualche minuto mi ha lanciato una borsina dicendomi che era una rapina e di mettere dentro i soldi”. “Non avevo in cassa il denaro”, ha raccontato il cassiere in aula, “così ho passato la borsina alla collega e lui si è spostato verso di lei. Improvvisamente davanti a me c’era un altro uomo a cui il complice ha affidato la borsina con il bottino, 8.000 euro, per poi darsi alla fuga”. Il testimone ha ricordato il particolare del tatuaggio: “il primo rapinatore, capelli e carnagione scura, aveva un cerotto sotto l’orecchio, mentre il secondo aveva un cappellino con la visiera. Mi sembrava avessero un accento del sud”. Nelle foto, il cassiere aveva riconosciuto “al 100%” il primo rapinatore, mentre sull’altro non si era detto sicuro. “Aveva il cappello con la visiera e l’ho visto poco”. Il collegio dei giudici (presidente Pierpaolo Beluzzi, a latere Andrea Milesi e Francesco Sora) pronuncerà la sentenza il prossimo 23 ottobre.

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