Cronaca

Fatture false per 580 milioni di euro: maxioperazione della Finanza Società fittizie tra Milano e San Marino

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Sopra, il video dell’operazione con i beni sequestrati

Il colonnello Ghiraldini e il tenente colonnello De Santis in conferenza stampa (foto Francesco Sessa)

E’ solo l’ultima delle maxioperazioni che la guardia di finanza di Cremona ha chiuso negli ultimi mesi. I numeri dell’attività giunta a compimento nelle scorse ore, e anticipata lunedì, fanno impallidire. Gli uomini delle fiamme gialle hanno scoperto una frode all’Iva di grandi proporzioni e sono scattati sequestri per un valore complessivo di circa 40 milioni di euro tra beni immobili e disponibilità bancarie, in Italia e all’estero. In mattinata conferenza stampa al comando di via Zara, con il colonnello Alfonso Ghiraldini (comandante provinciale) e il tenente colonnello Nicola De Santis (comandante nel Nucleo di polizia tributaria).

Emergono le prime informazioni: frode per oltre 100 milioni di euro nel settore della lavorazione del rame, giro di fatture false per oltre 580 milioni di euro. Indagine avviata un anno e mezzo fa dal Nucleo di polizia tributaria di Cremona. Negli ultimi cinque anni un gruppo aziendale vicentino ha acquistato sul mercato comunitario e nazionale circa 108 milioni di euro di materia prima e semilavorati. Per questi acquisti gli industriali vicentini avrebbero dovuto versare circa 21 milioni di Iva. Il principale fornitore nazionale, un imprenditore milanese noto nel settore della commercializzazione di diverse tonnellate di materie prime, ha ideato e organizzato, fino al suo decesso a ottobre 2010, una complessa struttura commerciale che aveva lo scopo di appropriarsi dell’Iva dovuta secondo il noto sistema delle ‘frodi carosello’. Le indagini hanno consentito di risalire a una filiera di oltre 20 società fittizie, tra Milano e San Marino, per interporsi tra effettivi fornitori e acquirenti emettendo fatture false. Dopo pochi anni queste società, classiche cartiere, venivano poste in liquidazione o trasferite all’estero e sostituite da altre, sempre gestite da prestanome e senza vere strutture aziendali. Il sistema portato avanti anche da eredi, si è avvalso della collaborazione di due professionisti milanesi, un consulente aziendale col compito di pianificare rapporti lungo la filiera, e un commercialista, amministratore di alcune società fittizie domiciliate nel suo studio (a lui spettava la contabilità).

AGGIORNAMENTO – Il giro di fatture false ha di fatto quadruplicato il fatturato totale e l’Iva evasa veniva presa dai conti correnti delle ‘cartiere’, per poi essere divisa tra i partecipanti al sodalizio, 42. Scattate denunce per associazione a delinquere.

Grazie ad alcune rogatorie internazionali in Svizzera, Francia e nella Repubblica di San Marino sono stati sequestrati agli indagati 17 locali commerciali, 19 appartamenti, terreni agricoli e rapporti finanziari, per un valore complessivo di 37 milioni di euro, nonché alle aziende coinvolte 3 fabbricati industriali e 11 terreni agricoli, per altri 4,5 milioni di euro.

Tra i beni sequestrati anche un deposito di titoli da 9 milioni, una lussuosa casa a Montecarlo del valore di 10 milioni di euro, disponibilità finanziarie in conti monegaschi da un milione.

Tra gli indagati figura un grosso fornitore cremonese. Proprio da accertamenti attuati nei suoi confronti è infatti partita la maxioperazione che ha scoperchiato gli illeciti.

I DETTAGLI – “Una serie di rapporti incrociati come una rete”: così il comandante provinciale della guardia di finanza Alfonso Ghiraldini ha definito la frode. “La complessità”, ha spiegato il colonnello, “è stata proprio quella di districare la matassa”. Fondamentali, per l’indagine, come ha ricordato il tenente colonnello Nicola De Santis, sono stati i primi accertamenti effettuati sul grosso fornitore cremonese, proprietario di un’azienda molto nota nel settore del rame. “Buona parte del rame lo aveva ceduto alle società cartiere”, ha detto De Santis, “al fine di massimizzare il proprio guadagno”. “Un vero e proprio danneggiamento a quella che è la parte sana e pulita dell’economia”, ha concluso il colonnello Ghilardini.

Michele Ferro
Sara Pizzorni

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