Calcioscommesse: l'ultrà Leopizzi sentito dal pm
Foto di Francesco Sessa
Altro interrogatorio, oggi, negli uffici della procura di Cremona. A sedersi davanti al pm Roberto di Martino è stato Massimo Leopizzi, capo ultrà del Genoa, indagato per associazione a delinquere e frode sportiva. Leopizzi è stato sentito sul derby Genoa-Sampdoria dell’8 maggio 2011, riguardo al quale la procura di Cremona è a conoscenza di fatti “che avranno un effetto devastante”. L’affermazione è contenuta in una domanda che il procuratore Roberto di Martino rivolge a Omar Milanetto nell’interrogatorio davanti al gip dopo l’arresto del calciatore. Nell’interrogatorio, l’ultrà del Genoa ha spiegato che le sue parole erano “solo la sensazione che hanno provato quel giorno 20 mila genovesi allo stadio”. Leopizzi ha anche parlato dell’incontro, avvenuto il 15 maggio del 2011 in un ristorante di Genova, con i giocatori Giuseppe Sculli, al quale lo collegano diverse intercettazioni, e Domenico Criscito. “Eravamo andati lì a fare il culo a Criscito perché dopo il gol non aveva esultato e alla fine della partita non aveva festeggiato”. Nessun riferimento a combine legate al match, mentre l’sms inviato a Sculli in cui scriveva “con voi liberi di scappare, se potete”, era di natura scherzosa. Il suo legale, Stefano Sambugaro, ha spiegato che l’iscrizione nel registro degli indagati è un atto a sua tutela, in quanto qualora avesse detto qualcosa che potesse incriminarlo la sua deposizione sarebbe potuta essere inutilizzabile. Agli atti dell’inchiesta di Cremona c’é un’intercettazione telefonica che risale a dopo il 28 maggio, giorno degli ultimi arresti nell’inchiesta sul calcio scommesse, durante la quale, parlando di un’altra persona, Leopizzi racconta di aver incontrato un altro giocatore, che non sarebbe né del Genoa né della Sampdoria, che gli disse che il derby dell’8 maggio 2011 era stato comperato con denaro proveniente da una colletta di giocatori della Sampdoria. Al pm, il capo ultrà ha detto di non avere incontrato alcun giocatore, ma di avere parlato di questa persona commentando le novità dell’ inchiesta. Infine una battuta sul presidente del Genoa Enrico Preziosi: “non lo conosco, ma se lo conosci lo eviti”.
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