Carta Regionale dei Servizi: costata 160 euro ad ogni lombardo, solo il 15% ha richiesto il Pin
E’ costata ad ogni lombardo, cremonesi compresi, 160 euro, ma solo il 15% dei 9 milioni 249mila ha fatto richiesta del Pin all’Asl o alle Poste per attivarla e solo il 2% la utilizza on-line. E’ l’analisi della Carta Regionale dei Servizi pubblicata sul quotidiano Repubblica. Istituita nel 2001, “è uno strumento pensato bene, ma realizzato male”, denuncia Alessandro Alfieri, consigliere regionale del Pd. Si possono prenotare visite, scegliere il medico di base, visualizzare in tempo reale gli esiti degli esami. Non solo. La carta serve anche per il prestito dei libri in biblioteca, l’accesso ai servizi comunali e per fare l’abbonamento a Trenord. Le problematiche a monte dello scarso appeal, secondo il Pd, la necessità di mettersi in coda alle Asl o in Posta per avere il Pin (“Va mandato a casa”, dicono Alfieri e Girelli) e quella di avere il lettore per leggere le carte (“Sono stati acquistati 600mila apparecchietti a 2,85 euro l’uno, 400mila sono stati distribuiti ma degli altri 200mila non si sa più nulla”).
“È sbagliato – ha detto Carlo Maccari, assessore alla Semplificazione e alla digitalizzazione – considerare il miliardo e 600 milioni come solo costo della carta. La maggior parte della spesa sostenuta è servita a dare alla sanità regionale un avanzatissimo sistema di informatizzazione. A conti fatti il costo della singola carta è di 3 euro e i dati di utilizzo, nel primo trimestre dell’anno, sono in forte crescita, con 27.500 nuove richieste di pin e quasi 50mila nuovi utenti online”.
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