Cronaca

Processo usura, il ragionier Galli assolto dalle accuse

Nella foto, da sinistra l’avvocato Roberto Guareschi, Fabio Galli e l’avvocato Marcello Lattari

Assolti “perché il fatto non sussiste”: alle 17,20 di oggi pomeriggio, dopo nemmeno un’ora di camera di consiglio, il collegio presieduto dal giudice Guido Salvini, con a latere i colleghi Andrea Milesi e Francesco Sora, ha emesso sentenza di assoluzione per il commercialista Fabio Galli, di Cremona, e per Achille Melgari, di Vescovato, entrambi a processo per usura. Per Galli, incensurato, accusato di aver praticato usura su un agente di commercio amico d’infanzia, il pm Fabio Saponara aveva chiesto cinque anni di reclusione ed una multa di 14.000 euro, definendolo “una delle peggior specie di criminali”, mentre per Melgari, considerato l’esattore, colui che per l’accusa avrebbe fatto “il lavoro sporco”, la condanna a tre anni e a 7.000 euro di multa. Le motivazioni della sentenza di assoluzione saranno depositate entro novanta giorni. Abbraccio liberatorio, dopo la lettura della sentenza, tra Galli, oggi presente in aula, e i suoi avvocati, i legali Marcello Lattari e Roberto Guareschi. “Sono due persone speciali, li ringrazio tantissimo”, ha detto Galli, “sono le uniche ad essermi state vicine in quasi tre anni”. Sia Galli che Melgari, quest’ultimo difeso dall’avvocato Paolo Fornoni, erano finiti agli arresti il 15 luglio del 2009 con l’accusa di aver prestato ad un cliente 5.000 euro e di avergli praticato, per la restituzione della somma, un tasso annuo del 53,77 per cento. “Sono stato arrestato”, ha ricordato, commosso, il commercialista, costretto, il 31 dicembre del 2009, a chiudere il suo studio di via Eridano. Uno studio che secondo il pm Saponara “aveva ben trenta società che facevano fatture false”. “Ho passato quasi 6 mesi agli arresti domiciliari senza mai dormire, e ho dovuto affrontare un processo lungo e difficile”. “Una sentenza che rende giustizia e pone fine all’ingiusto calvario personale del ragionier Galli e a quello che è stato lo svolgimento del dibattimento”, hanno commentato i legali della difesa, secondo i quali Galli aveva chiesto il denaro al cliente per aver svolto prestazioni professionali. Da parte sua, nell’arringa del 20 aprile scorso, l’avvocato Fornoni, legale di Melgari, aveva definito “assolutamente inattendibile” il cliente, aggiungendo che “Melgari ignorava quale fosse il credito professionale di Galli, perché anche in altre occasioni il ragioniere lo aveva incaricato di dar corso ai piani di rientro”. Per Fornoni, Melgari, che secondo l’accusa avrebbe svolto “un’attività di pressing snervante” sulla vittima e sui suoi familiari, “era andato dalla sorella del cliente e le aveva chiesto che fine avesse fatto il fratello. Prima di andarsene aveva lasciato un biglietto da visita”. Dunque, “nessuna attività intimidatoria”.

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