Cronaca

Frattura nel Pdl, Agazzi: "Le colpe della sconfitta?Di Bettinelli, Rossoni e Beretta"

Antonio Agazzi non ci sta e rispedisce le accuse al mittente: le responsabilità della sconfitta? Di Enzo Bettinelli, Simone BerettaGianni Rossoni. Le lacerazioni interne, l’autoreferenzialità di Pdl e Terzo Polo, la frattura con la Lega Nord avvenuta per questioni legate alle Partecipate e alle caserme mai realizzate, e chi ha voluto restare ancorato alla sua candidatura, con l’appoggio dei tre massimi esponenti del Pdl e l’estremo ritardo nella scelta del candidato sindaco rispetto al centrosinistra.

Queste le ragioni della sconfitta del centrodestra secondo Agazzi e non di certo la sua lista civica o il suo rifiuto di mettere il nome all’interno del simbolo del Pdl. Chiaro nella sua analisi Antonio Agazzi che in merito proprio alle ricandidature di persone a quanto ricorda non gradite agli elettori insiste: «Quanto alle ricandidature di assessori e consiglieri uscenti, ancorchè, in qualche caso, palesemente poco utili al conseguimento dell’obiettivo principale: la mia campagna è stato un continuo subire rimproveri per alcune conferme sgradite all’elettorato – chiosa – la responsabilità è assolutamente in capo al coordinatore cittadino Bettinelli, al responsabile provinciale Enti Locali Beretta e all’assessore regionale Rossoni. Io avevo chiesto passi indietro ma sono rimasto inascoltato.

In compenso han fatto passi indietro coloro che non dovevano farli, i vari Martelli, Andrea Salini, Madeo, Caizzi, Carini, e non sono stati confermati dal voto altri consiglieri promettenti, per esempio Giovanni Palumbo». Lo scambia di j’accuse passa anche dalla convinzione di Agazzi di aver fatto la scelta giusta nel costruire la sua lista civica e nel mettere il suo nome solo all’interno di quel simbolo. « E’ vero, ho accordato solo alla civica Agazzi Sindaco per Crema, costruita in due settimane e approdata a un lusinghiero 11,39 %, dietro solo a Pd e Pdl, la facoltà di inserire nel simbolo il mio cognome. Bene ho fatto, anche perchè, in tal modo, si è potuto palesare quanto fosse credibile il candidato Sindaco e quanto fosse problematico votare i partiti, incapaci di rinnovarsi».

«La verità  – prosegue Agazzi – è che la civica Agazzi Sindaco per Crema ha recuperato parte del nostro elettorato che difficilmente il Pdl di Crema, con alcune sue ricandidature e con alle spalle cinque anni di roventi polemiche, poteva aspirare a intercettare. E ha consentito a cittadini di mettersi in gioco per la prima volta: per liste di partito non l’avrebbero mai fatto».

© RIPRODUZIONE RISERVATA

© Riproduzione riservata
Caricamento prossimi articoli in corso...