Cultura

Europa sì, Europa no: incontro al Circolo Filodrammatici

L’Associazione Visioni Contemporanee – Laboratorio di Idee e Cultura Politica – che ha come impegno dichiarato quello di “far crescere la buona politica”, a conclusione del ciclo di approfondimento “Scomporre la storia per ricomporre la politica”, che ha visto la partecipazione di Alberto Colombini, Giuseppe Azzoni, Renzo Zaffanella, Mario Coppetti, Giuseppe Ghizzoni, Claudio Fedeli, Ermanno De Rosa e Gianfranco Colace in una serie di incontri condotti da Agostino Melega, ha voluto riunire tutti i protagonisti per parlare d’Europa, nel pieno della crisi economica che l’ha colpita.
Così nel pomeriggio di ieri, presso la sala conferenze del Circolo Filodrammatici, Roberto Vitali, il responsabile dell’Associazione e l’instancabile organizzatore degli incontri, ha convocato i protagonisti del ciclo, per approfondire il tema “Europa sì, Europa no” e chiedersi se sia ancora possibile sperare negli Stati Uniti d’Europa a 62 anni dalla dichiarazione Schuman.
Assente Colombini per ragioni di salute e dopo la lettura del contributo scritto di Gianpiero Goffi, è intervenuto Giuseppe Azzoni che ha analizzato il cambio progressivo di atteggiamento del partito comunista e della sinistra nei confronti della Comunità Europea; personalmente ha aderito a Sinistra e Libertà e si riconosce nel Movimento Federalista Europeo: sostiene che l’uscita dall’euro sarebbe un salto nel buio e come sia necessario che in Europa prevalga il primato della politica.
Renzo Zaffanella ha ricordato il travagliato ingresso nell’area dell’euro, dovendo subire un cambio esagerato rispetto alla lira; Mario Coppetti si è dichiarato molto sfiduciato per il fallimento degli ultimi quarant’anni della politica italiana ed ha riposto  l’unica sua speranza in una nuova generazione che faccia politica con passione e con chiare idee per il futuro.
Per Giuseppe Ghizzoni è fondamentale che si punti su un’economia continentale per poter essere competitivi col resto del mondo, mentre per Claudio Fedeli è necessario che in tutto questo non si disperda l’identità nazionale.
Infine Ermanno De Rosa, con un articolato intervento, ha teso a denunciare la mancanza di una qualsiasi politica europea e la presenza di 27 politiche che si intralciano a vicenda: 27 eserciti nazionali, 27 banche centrali, 27 linee di politica estera e così via.
D’altra parte, ha concluso De Rosa, non si potrà mai sperare nella realizzazione della nazione europea con una classe dirigente che non la vuole.
L’incontro, in un clima di “fair play” d’altri tempi, di fronte ad un tema di grande attualità, ha sofferto della mancanza di collegamento dei personaggi con i partiti che gestiscono la politica oggi, spostando le affermazioni quasi sempre nell’ambito di pareri personali: è stato però positivo nel mostrare ancora una volta come Cremona, negli anni del dopoguerra, abbia avuto una classe politica e culturale ricche di grande passione.

Giorgio Bonali

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