Lettere

Incidenti in bicicletta, dal Comune più sicurezza, dai ciclisti più disciplina

da Piercarlo Bertolotti

In relazione alla classifica delle città più pericolose per i ciclisti stilata da DAS bisogna tenere presente che nella categoria “incidente” ricadono varie tipologie, dalla più o meno innocua caduta sino all’urto con una vettura. Nel rapporto si parla di “provincia” e non di città, infatti i dati da noi citati nell’Indagine sulle piste ciclabili di Cremona del 2011 e consegnateci dalla Polizia Municipale sono diversi. Certamente, però, il dato è assolutamente preoccupante.

Quel che maggiormente colpisce, al di là dei valori statistici in sé, è il numero di incidenti che coinvolgono ciclisti ogni giorno sul territorio italiano. A guidare la classifica c’è la Lombardia: con oltre 3600 incidenti con ciclisti all’anno, le città lombarde riportano la non invidiabile media di 10 sinistri al giorno.

I dati si possono però leggere in un altro modo e cioè in rapporto al numero di abitanti nei territori interessati. Così facendo la Lombardia scompare dai primi posti di questa poco invidiabile classifica a vantaggio, si fa per dire, dell’Emilia-Romagna, che fa registrare 1 incidente ogni 1341 abitanti, seguita a netta distanza dal Veneto con un sinistro ogni 2261 abitanti.

Andare in bicicletta è un’attività sana ed ecologica che, specie con gli ultimi, esorbitanti aumenti del prezzo dei carburanti, permette di risparmiare anche sulle spese relative a trasporti e spostamenti. Tuttavia i pericoli della strada possono essere un’insidia notevole per chiunque. Buche e pessima manutenzione del manto stradale principalmente.

Desidero sottolineare che tutti noi siamo “cittadini che utilizzano la bicicletta” come mezzo di trasporto ed abbiamo il diritto di avere più spazio e sicurezza. O, comunque, lo stesso spazio e la stessa sicurezza che il Codice della Strada prevede per tutti gli automezzi. Oggi per molti cittadini la bicicletta è il mezzo con cui si recano al lavoro: insegnanti e studenti, dottori, impiegati ed operai, o con cui lavorano, come i portalettere, i bike messenger e tante altre nuove professioni. Senza dimenticare che c’è anche chi l’automobile non se la può proprio permettere.

Dall’inizio dell’anno sono già oltre 110 i cittadini in bicicletta, investiti ed uccisi, sia sulle strade che sulle piste ciclabili: una strage. Di fronte a questi numeri altre nazioni europee già nei primi anni 70 hanno preso decisioni importanti sul tema della mobilità, ed è per questo che ora guardiamo sempre con invidia alla Danimarca, all’Olanda, alla Germania, all’Austria, alla Norvegia, alla Finlandia, E’ tempo che chi ci governa ci ascolti e prenda adeguati provvedimenti.

Se l’amministrazione comunale deve fare di più sul fronte sicurezza anche i ciclisti devono fare la loro parte. Rispettando le regole, a iniziare da quelle basilari: tenere il lato destro della strada, non andare contro mano, non attraversare con il semaforo rosso, fermarsi agli stop, condurre a mano la bici nell’attraversamento delle strisce e, soprattutto, utilizzare e tenere efficienti i sistemi di illuminazione nelle ore notturne. Buone norme di comportamento che salvano la vita.

Piercarlo Bertolotti
presidente Fiab

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