Due Stradivari, un Amati e un Guarneri del Gesù Da Cremona in Vaticano per il concerto al Papa
Il Maestro Riccardo Muti, venerdì 11 maggio, alle 18, torna alla guida dell’Orchestra e del Coro del Teatro dell’Opera per un concerto d’eccezione, nella Sala Nervi in Vaticano, offerto dal Presidente della Repubblica al Santo Padre nella celebrazione del settimo anniversario di Pontificato. E’ la prima volta del Maestro Riccardo Muti alla direzione di un concerto alla presenza dell’attuale Pontefice, Benedetto XVI.
“Il concerto avrà una particolarità – dichiara il sindaco Oreste Perri che guiderà la delegazione cremonese invitata all’evento – nella presenza unica di alcuni strumenti di grande prestigio, messi a disposizione dalla Fondazione Antonio Stradivari, dal Centro di Musicologia Walter Stauffer e dal Comune di Cremona. Un grande onore per la tradizione liutaria cremonese, che peraltro l’attuale pontefice, che ho avuto modo di incontrare brevemente la scorsa estate a Castelgandolfo, conosce perché è stato nella nostra città prima di diventare cardinale e di avere apprezzato allora i nostri preziosi violini.”
Gli strumenti cremonesi, che si trovano già a Roma, dove sono stati portati dai rispettivi conservatori (Andrea Mosconi per il Comune di Cremona e Fausto Cacciatori per la Fondazione Stradivari), sono un violino Antonio Stradivari, “ex Bavarian” del 1720 e un violoncello Antonio Stradivari, “Stauffer, ex Cristiani” del 1700, una viola Antonio e Girolamo Amati, “Stauffer” del 1615 e un violino Giuseppe Guarneri “del Gesù”, “ex Baltic” del 1731 che verranno suonati dalle Prime Parti dell’Orchestra dell’Opera.
Paolo Bodini, Presidente della Fondazione Stradivari, ringrazia il Teatro dell’Opera di Roma dalla quale è pervenuta la richiesta di utilizzare, per il concerto in Vaticano, antichi strumenti della liuteria cremonese. Un ulteriore successo, ha aggiunto Bodini, per il lavoro di promozione della nostra principale eccellenza: quella del Teatro dell’Opera di Roma è infatti solo la più recente di altre numerose richieste che stanno pervenendo da varie parti.
Al Santo Padre il Sindaco Oreste Perri, a nome della città, donerà una viola del 1987 realizzata da Luisa Campagnolo sotto la guida del Maestro Giorgio Cè, una delle prime medaglie d’oro alla Triennale, quale testimonianza di un’eccellenza che si perpetua nella nostra terra anche nel presente. E’ stata scelta una viola, come spiega Mirelva Mondini, dirigente dell’Istituto Professionale Internazionale per l’Artiginato Liutario e del Legno, perché in ambito musicale rappresenta l’elemento femminile, si richiama inoltre al mese mariano ed è un omaggio alla creatività di una donna diplomatasi a Cremona e diventata quindi maestra liutaria. “Pur non trattandosi di uno strumento antico – conclude la Mirelva Mondini – sono certa che il Papa saprà apprezzare questo dono che rappresenta l’intera scuola dove studiano allievi provenienti da ogni parte del mondo.”
Il programma del concerto in Vaticano comprende il Magnificat in sol minore RV 611 di Antonio Vivaldi, solista Daniela Barcellona, e lo Stabat Mater e il Te Deum, dai Quattro pezzi sacri di Giuseppe Verdi, solista Rosa Feola. Il Maestro del Coro è Roberto Gabbiani. Il Magnificat è una delle opere espressione tra le più alte, nella concezione architettonica e nella purezza delle linee, della produzione vivaldiana. Le due composizioni religiose verdiane si riallacciano alla grande tradizione vocale italiana, e rappresentano due delle pagine più intense, l’una severa (Stabat Mater), l’altra gioiosa (Te Deum) del repertorio sacro di Verdi.
Il concerto, a inviti, sarà trasmesso da Rai5, dal Centro Televisivo Vaticano e sarà fruibile anche in streaming grazie alla Telecom, partner dell’Opera nella realizzazione della serata.
Violino Antonio Stradivari “ex Bavarian”, 1720
Antonio Stradivari è il più famoso liutaio al mondo, la sua figura è circondata dall’alone del mito e ancora oggi molto sono alla ricerca dei suoi segreti. Semmai custodisse davvero un “segreto” occorre ricercarlo nei suoi capolavori dei primi decenni del Settecento, tra i migliori strumenti mai realizzati.
Quando costruisce il violino “ex Bavarian”, nel 1720, Stradivari ha ormai 76 anni eppure la qualità artigianale è superlativa: nell’andamento delle linee del bordo della tavola e del fondo, nei rapporti geometrici del profilo, nelle dimensioni delle punte, nel posizionamento dei fori di risonanza ed infine nell’equilibrio fra dimensioni della testa e della cassa, si raggiunge una perfetta sintesi estetica e funzionale.
Fonti assai autorevoli collegano il violino a Ludwig II di Baviera, sovrano eccentrico e controverso ma amante della musica e dell’arte. Fu proprio lui a donare lo strumento, nel 1870, al professore di violino Benno Walter, di Monaco, cugino del famoso compositore e direttore Richard Strauss.
Oggi appartiene alla Collezione degli eredi di Sau-Wing Lam. Nell’ambito del progetto “friends of Stradivari”, è affidato alla Fondazione Stradivari ed esposto al Museo Civico di Cremona.
Violino Giuseppe Guarneri “del Gesù”, “ex Baltic”, 1731
Giuseppe Guarneri detto “del Gesù” è il solo liutaio la cui fama ed il talento eguaglino quelli di Antonio Stradivari . Resta fedele ai principi della scuola classica cremonese ma sa sperimentare e portare all’estremo innovazioni tecniche e stilistiche. I suoi strumenti, all’inizio poco valutati, sono apprezzati dai grandi interpreti romantici – ad iniziare da Paganini – che ne consacrano il mito.
Anche il violino “ex Baltic” ha una personalità forte ed inconfondibile. La tavola inferiore è in acero con taglio radiale, caratterizzata da una marezzatura piuttosto ampia, che digrada dalla nocetta verso il bottone. La vernice originale ha intense tonalità rosso brune su fondo dorato. Il suono è ricco di armonici e l’emissione pronta.
La storia dello strumento è nota fin dal ventesimo secolo. Il nome deriva dall’origine dei primi proprietari conosciuti: l’aristocratica famiglia baltica Giese. Oggi appartiene alla Collezione degli eredi di Sau-Wing Lam. Nell’ambito del progetto friends of Stradivari, è affidato alla Fondazione Stradivari ed esposto al Museo Civico di Cremona.
Viola Antonio e Girolamo Amati, “Stauffer”, 1615
La famiglia Amati è particolarmente importante nella storia della liuteria cremonese. Il caposcuola Andrea, nel Cinquecento, definisce forme e proporzioni del violino e perfeziona un metodo di costruzione molto efficace. Trasmette le sue competenze a figli e nipoti ed, attraverso questi, ad intere generazioni di liutai.
La viola contralto – tra le più antiche oggi conosciute – reca l’etichetta “Antonius, & Hieronymus Fr.Amati / Cremoneñ. Andreæ fil. F. 1615”. Fu tuttavia realizzata dal solo Girolamo, che mantenne la doppia firma anche dopo la morte del fratello Antonio, nel 1607.
Il perfetto stato di conservazione dello strumento consente di ammirare l’eccellente qualità artigianale: il profilo è armonioso ed elegante, il riccio delicatamente scolpito. Il fondo è in un solo pezzo d’acero a taglio radiale, la vernice, tutta allo stato originale, ha un bel colore bruno dorato. Il timbro è tipicamente cremonese: dotata di ampia sonorità, mostra un notevole equilibrio tra le quattro corde.
Acquistata nel 1996 dal Centro di Musicologia “Walter Stauffer” di Cremona è stabilmente esposta nella Collezione “Gli Archi di Palazzo Comunale”.
Violoncello Antonio Stradivari, “Stauffer, ex Cristiani”, 1700
All’inizio del Settecento, Antonio Stradivari perfeziona un proprio modello di violoncello, di dimensioni contenute, caratterizzato da agile maneggevolezza ed ottima resa sonora. È il prototipo della “forma B” ancora oggi utilizzata da moltissimi costruttori in tutto il mondo.
Il protagonista di quella rivoluzione è lo “Stauffer, ex Cristiani”, un esemplare iconico, importantissimo per la storia dello strumento. È un violoncello di affascinante bellezza: il profilo equilibrato ed elegante, la qualità del legno eccellente, il riccio magnificamente intagliato. La vernice è luminosa e intensa, di un caldo colore rosso bruno.
Si ritiene sia giunto in Francia alla fine del XVIII secolo e che sia appartenuto al celebre virtuoso Jean Louis Duport. Tramite il liutaio parigino Sébastien Auguste Bernardel entrò in possesso di Lisa Cristiani, la giovane violoncellista per la quale Mendelssohn compose la Romanza senza parole op. 109.
Acquistato dal Centro di Musicologia “Walter Stauffer” di Cremona nel 2005 è stabilmente esposto nella Collezione “Gli Archi di Palazzo Comunale”.
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