Lettere

Dio acceca coloro che vuole perdere

da Valter Vecellio

Un po’ Francia, un po’ Grecia. Si può riassumere così il risultato elettorale italiano di domenica e lunedì? “Il Corriere della Sera” riassume le riflessioni di Renato Manheimer in “dal voto emergono tre tendenze legate: l’alta astensione, il fenomeno Grillo, i bassi consensi ai partiti, specie al PdL”. E’ evidente che chi ha votato, lo ha fatto più per punire che per premiare; come, appunto, in Francia, dove più che di vittoria di François Hollande, bisogna parlare di sconfitta di Nicholas Sarkozy (che lealmente e onestamente ne ha preso atto; ma quella che altrove è una regola, da noi è un’eccezione). Come in Grecia sono stati premiati partiti sulla cui affidabilità più di una riserva è legittima.

E ora? A dar credito al bla-bla e al pio-pio di queste ore, c’è da aggiungere sconforto a sconforto: o non capiscono, o hanno deciso di non capire, e delle due ipotesi non si sa bene quale sia la peggiore. Davvero il PdL può pensare, credere, e far credere che la responsabilità del suo crollo sia da imputare alla scelta di sostenere il governo Monti, o sia per responsabilità di candidati “sbagliati”? E quel “Non è vero che abbiamo perso” di Silvio Berlusconi che smentisce quanto detto appena cinque minuti prima da Angelino Alfano, non fa sorridere come l’assicurazione che nelle residenze berlusconiane si svolgevano cene eleganti? Davvero la Lega, come fa Roberto Maroni, si può dire soddisfatta per la buona tenuta a Verona di Flavio Tosi?

Davvero il centro sinistra, e segnatamente il Partito Democratico può pensare, credere e far credere che quei penosi balletti su legge elettorale (l’unico fine reale che si persegue è l’innalzamento dello sbarramento elettorale, per non correre più il rischio di dover fare i conti con i “rompiscatole” alla radicale), sui rimborsi elettorali (non si tocca né la legge, né la “roba”), siano intrugli che impunemente si fanno ingurgitare?
Ma davvero A. (Alfano), B. (Berlusconi), B.2 (Bersani), C. (Casini), e alfabeto elencando, possono pensare, credere e far credere che Beppe Grillo, quello che Grillo incarna e rappresenta, sia liquidabile, esorcizzabile evocando “l’antipolitica” e i suoi rischi, e quando si vuol essere colti Guglielmo Giannini e l’“Uomo Qualunque”? Non si rendono conto che A., B., B2., C., ecc., sono percepiti e individuati come la vera antipolitica, di cui Grillo è l’interfaccia, la spia, il sintomo, ma non certo il responsabile? Bersani e tutta la corte dei miracoli piddina comprende o no che a Milano diventa sindaco Pisapia che batte clamorosamente il candidato del partito, e la stessa cosa accade a Napoli, a Cagliari, ora a Palermo? Hanno già dimenticato cosa è accaduto in quella che era la roccaforte bolognese? Capiscono, sono in grado di capire, vogliono capire cosa significa tutto ciò?

“Deus amentat quos perdere vult”. Forse il profeta Isaia pensava a chi sta governando l’Italia, quando disse “Dio acceca coloro che vuol perdere”. Dalle urne viene l’ennesimo “Basta!”. Ciechi, finora in Europa; ciechi, in Italia, e a quel che è dato vedere, senza alcun segno di resipiscenza. Chissà se è vero il detto che si adottano politiche e soluzioni ragionevoli solo dopo aver esaurito tutte le altre sbagliate. Se è così, questo paese ha già sperimentato ampiamente tutta la gamma di possibili errori che si possono commettere. Sarebbe finalmente ora si prestare ascolto alle proposte e alle soluzioni radicali. E, sommessamente, si osserva che questa è una sfida enorme, di cui prendere compiutamente consapevolezza; e augurarsi di saper corrispondere a quanto la situazione impone e richiede.

Valter Vecellio
direttore del giornale telematico
“Notizie Radicali”

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