'Credevo nel partito' Storia di Giulio Seniga Incontro a Castelverde
Venerdì 4 maggio 2012 ore 21 al Centro Culturale “Agorà” di Castelverde (Via Ferrari 15) in occasione dell’uscita di Credevo nel partito di Giulio Seniga (BFS edizioni) l’incontro su Giulio Seniga. Storia di un comunista eretico. Interverranno Mimmo Franzinelli, storico, Martino Seniga, giornalista Rai News, Maria Antonietta Serci, studiosa dei movimenti politici e archivista. Introduce Carmine Lazzarini, sindaco di Castelverde.
GIULIO SENIGA
Il 25 luglio 1954 Giulio Seniga, 38 anni, vice-responsabile sicurezza del PCI, esce per l’ultima volta da Botteghe Oscure con una borsa piena di soldi e documenti. La storia ufficiale, firmata dai dirigenti di allora con in testa Palmiro Togliatti, lo marchierà come “Quello fuggito in Svizzera coi soldi del partito”. Come sempre, la verità è molto più complessa, anche se ci sono voluti quasi sessant’anni e l’intera vita di Seniga per conoscerla. Giulio Seniga, il comunista eretico (disponibile da giugno 2012 in E-book) ripropone insieme alla versione digitale di Credevo nel partito, le principali opere di Seniga, disegnando un’originale e per certi versi inedita storia dell’Italia e della sinistra italiana nel ‘900.n Un’occasione unica per conoscere una serie di eventi quasi dimenticati che sono però estremamente utili per comprendere la nostra storia attuale.
CREDEVO NEL PARTITO
Uscito il 25 maggio nelle librerie, edito da BFS edizioni – Biblioteca Franco Serantini, Credevo nel partito – memorie d’un riformista rivoluzionario di Giulio Seniga, a cura di Maria Antonietta Serci e Martino Seniga.
Avvincente come un romanzo, pur ponendosi nella memorialistica, “Credevo nel partito” narra le traversie umane e politiche d’un eroe moderno colto nel vivo della vicende storiche del Novecento, un comunista di seconda generazione. Umile d’origine, intelligente come pochi, Giulio Seniga, per gli amici “Nino”, lombardo della bassa, come il suo amico Gianni Brera, incarna il modello del militante appassionato e disinteressato, che pensa alla politica nella sua accezione migliore. Critico nei confronti della politica di Togliatti e dello stalinismo, lascia il partito e le cariche di funzionario, il 25 luglio del 1954, scegliendo una vita priva di gloria e di carriera per dedicarsi fermamente alle lotte della classe lavoratrice, stando sempre dalla parte dei deboli e degli oppressi. Una scelta sofferta, ma necessaria, se s’immagina il contesto dell’epoca, se s’assume il Partito Comunista come “il padre” al quale non si può trasgredire, per non essere tacciati di ingratitudine, e di tradimento.
Un libro che piacerà ai giovani precari quanto ai giovani operai delle fabbriche globalizzate e alle donne, ancor oggi impegnate nelle battaglie per le pari opportunità. La parola d’ordine da seguire mentre lo si legge è: Ribellarsi è giusto, date certe condizioni.
Mettersi seduti dalla parte del torto, non sul principio del bastian contrario, ma su quello della crescita, del rinnovamento personale e politico per la costruzione d’un futuro migliore per tutti.
I saggi di Maria Antonietta Serci e Martino Seniga consentono di inquadrare e attualizzare la figura di Seniga all’interno di una ricostruzione storica originale, resa possibile dalla riorganizzazione del vasto archivio lasciato da Seniga alla sua morte, avvenuta nel 1999.
Maria Antonietta Serci, la curatrice dell’archivio, ha accompagnato e riordinato con sapienza, originalità e sintesi un lavoro durato oltre tre anni. Se ne ricava uno scritto inconsueto, un incontro fortunato tra “l’archivista” e “l’oggetto della sua ricerca”. La capacità è stata quella di rendere i “frammenti”(i mille foglietti con sopra gli appunti) un unico corpo e restituircelo carico d’utili osservazione ed analisi, come nel caso del capitolo su l’archivioterapia.
Martino Seniga, autore de Il coraggio della verità. Dieci domande su mio padre indossa gli abiti del giornalista d’inchiesta – è la sua professione – indaga su domande che ha sentito farsi fare, e su quelle che ha ascoltato o letto sul conto di suo padre nel corso del tempo. In tal modo oltre a dare risposte alle tante domande, fornisce un ordine cronologico ai fatti ed agli accadimenti storici del tempo. Il suo assunto è, come da citazione iniziale Il coraggio consiste nel ricercare la verità e nel dirla (Jean Jaurès).
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