Tassati e tartassati. Fino a quando?
Tassati e tartassati. Fino a quando? E per cosa? “Per diventare carne da macello” dice Grillo (da non sottovalutare). Siamo l’unico Paese capitalista al mondo dove i capitalisti si suicidano. Perché i soldi sono finiti, perché lo Stato è svelto a stangare e lento a pagare.
Dopo la revisione del catasto, i balzelli sul lusso, l’ aumento del bollo bancario, la benzina e dintorni, ci hanno rifilato l’Imu; ma seicento comuni sono pronti alla opposizione fiscale contro la nuova imposta sulla casa. Sono sindaci del Nord ma anche siciliani, sardi, lucani. Il grosso è leghista. Non ci stanno, come avrebbe detto Oscar Luigi il Madonnaro, “un uomo inutilmente perbene” (Fortebraccio).
L’Imu è un’altra furbata all’italiana. Si chiama Imposta municipale ma chi incassa è lo Stato. Apperò!
Non paghi dell’Imu madre (che sostituisce l’Ici) hanno inventata l’Imu figlia. Cioè l’Imu bis, altrimenti nota come “tassa di scopo”. Un altro scippo. O, come dice Granzotto, “una carta bianca regalata ai comuni” e che consente a loro piacimento di tartassare in proprio, in aggiunta alla tartassata governativa. Il raggiro è talmente sfacciato che fino a questo momento soltanto una decina di comuni vi hanno fatto ricorso. Ad inventarla è stato Prodi nel 2006, ma Rigor Montis l’ha resuscitata, assieme alla Elvira Savino, deputata del Popolo della Libertà. Di qui la ribellione. La strage degli imprenditori nasce (anche) da queste scelte. Chi governa, deve fare qualcosa per fermare questa mattanza.
Il disagio sociale è notevole. Pisapia teme addirittura una “esplosione”. E il governo che fa? Studia, riflette,pensa,considera,pondera.E medita sulla “Spending review”, annuncia sforbiciate per rinviare l’aumento dell’Iva previsto ad ottobre. Campa cavallo. Ed intanto il Professore – sempre meno amato dagli italiani e dai mercati – compra 400 auto blu. Per carità, non si tratta di Ferrari, “solo berline medie”. Persino Mariolino Draghi si è arrabbiato e l’ha bacchettato: “Basta tasse, pensi alla crescita”.
Ci aspettavamo ben altro dai bocconiani. Ad esempio i tagli agli stipendi dei parlamentari, il blocco dei rimborsi elettorali, l’abolizione dei vitalizi. Le auto blu sono in Italia 70mila, in tutta la Gran Bretagna 195. Poi ci si lamenta se proliferano i tribuni della plebe. Grillo ha paragonato i conduttori tv ai cani “da lecca e da riporto dei politici; Santoro lo ha massacrato dalla Annunziata (“Ha problemi di orientamento”). Anche l’informazione su carta ha mal di pancia: l’Unità che fu di Gramsci è a rischio, i fogli dove i direttori scrivono sotto dettatura degli editori piangono, El Mundo vuole mandare a casa 200 giornalisti. Noi ci teniamo Cicciofocaccia Belsito, il leghista dei lingotti e dei diamanti, l’uomo utilizzato come un pupazzo sulle piazze offshore di mezzo mondo. Non c’è nesso? Anche questa è una storia imbarazzante. O no?
Poi dicono che cresce l’antipolitica. L’ultima chicca riguarda le Province. “Sono troppe”, dicono i maestrini di Francoforte. E ci consigliano:”Vanno ridotte”. Scusate, ma non si era detto di eliminarle del tutto in quanto doppioni delle Regioni? Figurarsi. All’inizio erano 59, oggi sono il doppio. Nessuno mai riuscirà ad eliminarle. Sono la cuccagna senza fondo dei partiti, sono preziosi bancomat. Sono presenti nel capitale di 18 concessionarie autostradali. La Sicilia ne ha nove, vorrebbe la decima (Gela). Perché? Perché é un caso unico. “Perché fra l’altro è al centro della direttrice New York-Bombay”. Ci era sfuggito, ma garantisce il deputato siciliano Donegani.
Concludendo: domenica si voterà. Non solo in Francia, Grecia, Irlanda, in due lander tedeschi. Ma anche da noi.
Non è difficile ipotizzare sorprese.
Enrico Pirondini
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