Cronaca

Il messaggio del vescovo contro abusi e pedofilia su minori: "Vicino ai ragazzi feriti dalla vita"

«Ti cercherò, ti ascolterò e ti guarirò»: questo lo slogan dell’edizione 2012 della “Giornata dei bambini vittime della violenza, dello sfruttamento e dell’indifferenza” in programma, in tutta Italia, dal 25 aprile al 6 maggio. Un’iniziativa che dal 1995 è promossa dall’associazione «Meter», fondata da don Fortunato Di Noto, una realtà ecclesiale fortemente impegnata per la tutela dei più piccoli, contro gli abusi, la pedofilia e la pedopornografia. In occasione di questa XVI Giornata il vescovo di Cremona, il vescovo di Cremona Dante Lafranconi, ha scritto un messaggio che pubblichiamo integralmente.

“Dal 25 aprile al 6 maggio si celebra la “Giornata dei bambini vittime della violenza, dello sfruttamento e dell’indifferenza” promossa fin dal 1995 dall’Associazione Meter, realtà ecclesiale fortemente impegnata per la tutela dei più piccoli, contro gli abusi, la pedofilia e la pedopornografia.

Quest’anno il tema della Giornata è quanto mai suggestivo: “Ti cercherò, ti ascolterò e ti guarirò”. Questo slogan è in realtà un vero e proprio impegno per il mondo adulto che deve re-imparare ad ascoltare i bambini, soprattutto quelli più fragili e indifesi, individuando i loro bisogni spesso non espressi e aiutandoli a compiere quel cammino di guarigione necessario per diventare persone serene e mature.

Penso alla realtà ecclesiale: quanti bimbi e ragazzi, segnati dalle più disparate fragilità, frequentano quotidianamente i nostri oratori e i nostri ambienti parrocchiali! Per alcuni di loro sono gli unici luoghi sani e costruttivi che conoscono: perché a volte la famiglia li ignora o addirittura li considera un peso; la scuola non sempre ha le energie e le risorse per aiutarli seriamente, le associazioni sportive, almeno di un certo livello, sono inaccessibili a loro; e così spesso finiscono per essere inghiottiti dalla strada, sempre più insidiosa e perversa. Sono ragazzi spesso ingovernabili e prepotenti che attraverso comportamenti violenti manifestano tutta la loro rabbia e impotenza di fronte a un’assenza di amore. Allora la prima carità è di accostarsi a loro, con pazienza e tenacia, perdendo del tempo, ascoltandoli, mostrando loro che c’è qualcuno che ha a cuore la loro vita e il loro futuro! È l’indifferenza degli adulti, soprattutto di chi dovrebbe mostrare amore e cura, la violenza più grande! Che bello se le nostre comunità potessero davvero diventare “palestre di guarigione” per i tanti ragazzi feriti dalla vita. Occorrono risorse e persone preparate, ma soprattutto la passione evangelica per l’uomo, così ben espressa nella parabola del buon Samaritano.

Purtroppo non ci sono solo i casi estremi, tutta la nostra gioventù è fragile: per l’influsso di una società sempre più complessa, degli strumenti della comunicazione sociale sempre più invasivi e di un relativismo che inficia il processo educativo vanificando ogni tentativo di interpretazione e giudizio sulla realtà. Sono ragazzi spaesati, come lo siamo spesso anche noi adulti.

Serve, dunque, più coraggio nell’indicare loro valori certi che esaltano e non reprimono la libertà e la dignità dell’uomo: mi riferisco in modo particolare al tema dell’amore. Non è raro che molti insegnanti ed educatori intendano l’educazione sessuale come una semplice trasmissione di nozioni per evitare la gravidanza o il contagio di malattie particolarmente insidiose. Nessun accenno al valore oblativo dell’amore, al suo essere esperienza di bellezza e felicità, ma anche di impegno e sacrificio, alla sua tensione verso l’unità dei cuori, alla sua naturale apertura alla vita! Si separa l’atto sessuale dall’amore, il mezzo dal fine! E la sessualità diventa un elemento tra i tanti, da utilizzare a proprio piacimento dimenticando la sua preziosità e la sua fragilità; una realtà che interessa la fisiologia più del cuore! La crescente violenza sulle donne e i bambini, l’aumento preoccupante della pedopornografia è il risultato estremo di questo processo di separazione! L’altro è sempre più visto come una preda da conquistare e non un mistero da accogliere e per cui ringraziare. Dove è finito il senso dello stupore e della meraviglia, vera sorgente di ogni sano desiderio umano?

Incoraggio l’Associazione Meter nel suo essere “sentinella” per questa nostra società che ha smarrito il senso vero e ultimo dell’amore. La sua opera, soprattutto quella culturale ed educativa, trovi spazio nelle nostre comunità impegnate a ricordare all’uomo la sua più bella caratteristica: essere immagine e somiglianza di Dio”.

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