Tensione a Cremona Solidale, "Anziani lasciati a letto e lavati poco" Uniti lavoratori, parenti e sindacati
“La pazienza è finita. A Cremona Solidale non si fanno bulloni, si curano persone”. A protestare contro la gestione dell’Ex Soldi, attuale Azienda Cremona Solidale, stavolta ci sono proprio tutti e sono seduti allo stesso tavolo: sindacati, dipendenti e parenti degli ospiti. In stato di agitazione permanente da agosto, da quando i lavoratori sono scesi in strada davanti ai cancelli dell’azienda per dire ‘no’ alla privatizzazione della struttura, ora dichiarano in conferenza stampa: “Siamo al limite. La situazione avanti così non può andare per chi lavora e per chi è assistito”.
Parole dure dalle rappresentanti del Comitato parenti: “Dove è prevista la presenza di due operatori – attacca la prima rappresentante – spesso ce n’è soltanto uno con conseguenti disagi per l’assistenza: gli ospiti vengono lasciati a letto, vengono puliti poco o troppo tardi. E quando c’è il momento del pasto a volte andiamo là noi a dare loro da mangiare. Capita anche che quando inizia il turno alle 6 della mattina ci sia solo un operatore e che l’altro arrivi soltanto alle 11. Come si fa a fare assistenza da soli e in quella fase della giornata?”.
“Stiamo segnalando il problema della carenza del personale da un anno – le fa eco l’altra rappresentante – e la dirigenza di Cremona Solidale ci ha sempre risposto che non è vero, che sono solo nostre impressioni. Abbiamo chiesto che i turni fossero esposti e non è mai stato fatto. Abbiamo inviato e-mail al sindaco, ma non ci ha mai risposto. La settimana scorsa abbiamo incontrato i dirigenti, ma quando è arrivato il momento di trattare la questione personale, hanno detto che non c’era più tempo”.
“Non solo – dice ancora la prima -. Io lamento una progressiva situazione di degrado in alcune palazzine con calcinacci staccati, infissi rotti e presidi insufficienti o teli lavati una volta la settimana. In tutto questo la dirigenza è assente: la struttura organizzativa non può funzionare da sé”.
Compatti i dipendenti e i rappresentanti sindacali di Cgil, Cisl e Uil. “In barba ai riposi, per sopperire alla carenza di personale – dichiarano Negri della Cgil, Dusi della Cisl e Facchini della Uil – i lavoratori sono continuamente richiamati al lavoro con degli ordini di servizio, in base ad un accordo da noi sottoscritto nel 2007 ma che è stato scardinato e abusato e dal quale noi ci siamo ritirati. Con questo metodo utilizzato non per l’emergenza, ma diventato una prassi, non si è provveduto ad una vera riorganizzazione. I dipendenti non chiedono un aumento dei 1000-1200 euro di stipendio mensile, chiedono di poter svolgere il proprio lavoro in normali condizioni in modo tale da garantire la giusta assistenza agli ospiti”. 49 gli ordini di servizio raccolti dai sindacati (dunque non tutti) a ottobre, 58 quelli a novembre, 73 a dicembre, 70 a gennaio. “E non su tutti i 400 lavoratori di Cremona Solidale – spiegano i sindacati -, ma sui 200 del personale ausiliario. Da gennaio, dopo l’incontro avuto con la dirigenza, è vero, c’è stata una lieve diminuzione, ma tenendo al minimo gli organici e dunque mandando in sofferenza chi si occupa dell’assistenza”.
Prossime mosse? “Siamo stufi di andare a tavoli sterili – concludono sindacati, lavoratori e parenti -. Abbiamo diritto a delle risposte. Le chiederemo per l’ennesima volta, ma il tempo sta per scadere. Se non si interverrà passeremo ad azioni più forti”. Tra le ipotesi, uno sciopero per quanto riguarda i sindacati, il congelamento delle rette da parte dei parenti.
Greta Filippini
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