Cronaca

Ricavi Arvedi verso quota tre miliardi "Energia, liberalizzare"

Sopra, Giovanni Arvedi

Proiezione internazionale e innovazione tecnologica. Sono ingredienti dell’attività e dei numeri del gruppo siderurgico di Giovanni Arvedi, come riporta oggi il Sole 24 Ore in un articolo che parla di come il 2011 sia stato chiuso con ricavi più che raddoppiati se confrontati al 2009 e di un fatturato attuale, 2,4 miliardi (massimo storico) che diventeranno 3 nell’arco di un paio d’anni. Proprio grazie a quei due ingredienti. “Tra il 2008 e il 2010 abbiamo investito quasi 700 milioni di euro assumendo 700 addetti per creare il centro siderurgico più avanzato al mondo – spiega Arvedi al giornalista del Sole Luca Orlando – . Senza la tecnologia non potremmo competere e se nell’acciaio c’è un futuro è soprattutto per i prodotti più avanzati, quelli ad alto valore aggiunto”.

“Per il comparto manifatturiero italiano – aggiunge, tra le altre cose pubblicate, il Cavaliere –  fare prodotti di alta qualità è ormai cruciale e limitarsi ad attività a basso valore aggiunto significa porre le basi per essere sopraffatti dalla concorrenza estera. Guardi i costi dell’energia, l’inadeguatezza della logistica e dei servizi, la scarsa flessibilità del mercato del lavoro: per le nostre imprese sono handicap gravi, che occorre superare al più presto”. Poi, sull’energia, la richiesta di liberalizzazione per lasciare alle imprese l’opportunità di acquistare in Europa, con costi inferiori. “Caricare sulle bollette troppi oneri significa aumentare i costi per il manifatturiero e limitare la nostra competitività: per noi ad esempio l’energia rappresenta il 50% dei costi di trasformazione. Ecco perché, se dovessi fare al ministro Passera una richiesta prioritaria, gli chiederei di intervenire proprio qui, liberalizzando al più presto il settore”.

Michele Ferro

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