Politica

"Fuori i mercanti dal tempio" i leghisti cremonesi in partenza per Bergamo dove Maroni verrà incoronato leader

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“Fuori i mercanti dal tempio”, questo uno dei cartelli che una quindicina di militanti leghisti di Cremona hanno infilato nelle loro auto in partenza dal piazzale di Porta Venezia per Bergamo, dove si tiene la serata “dell’orgoglio leghista”. Un cartello significativo dello stato d’animo della gente del Carroccio, turbata per quanto accaduto ai vertici del partito. E il tempio è la Padania o quello che il Carroccio rappresenta. Una cinquantina di persone in tutto sono partite da Cremona (molti in modo autonomo e con mezzi propri) e circa quaranta da Crema. I leghisti, che pur avendo scelto Maroni (tutta la Lega cremonese è con lui), tengono a dire che stanno con Bossi che, di certo era all’oscuro di quanto altri facevano alle sue spalle. Insomma “con Bossi sempre” è il loro slogan. Le teste sono cadute, una rivoluzione come in nessun partito è mai avvenuta con questa tempistica. La Lega è pronta a ripartire. Ma le dimissioni del «Trota» non hanno placato gli echi della bufera in casa Lega e tantomeno fermato le battute sul rampollo del fondatore del Carroccio, che da giorni si susseguono anche su Facebook e Twitter.  E questa sera potrebbero esserci altre contestazioni verso i personaggi del cosiddetto “cerchio magico” che, secondo i militanti cremonesi, sono i veri responsabili della situazione.

“Se Renzo Bossi e Rosy Mauro si dimettono, dovrebbe farlo anche Davide Boni”. Le opposizioni in Consiglio regionale, Pd, Idv, Udc e Sel, tornano su una questione che non hanno mai abbandonato da quando le inchieste della Magistratura hanno investito la Lega Nord. In primis, per quanto riguarda il Parlamentino lombardo, il suo presidente Davide Boni “il quale non ha mai pensato di dimettersi, professando la sua innocenza – dicono Luca Gaffuri (Pd), Gabriele Sola (Idv), Gianmarco Quadrini (Udc) e Chiara Cremonesi (Sel) –. Ma tutti sono innocenti fino a prova contraria e a tutti abbiamo sempre augurato che sia fatta chiarezza. Ciò non toglie che nel frattempo, correttezza istituzionale vuole che, almeno dal punto di vista delle cariche, ci si faccia da parte”. Invece, nel Consiglio regionale lombardo e in particolare dentro il Gruppo della Lega Nord Padania accade l’incredibile contraddizione che “l’indagato non si dimette nemmeno dalla carica, mentre chi è stato chiamato in causa solo dalle testimonianze, per quanto gravi e serie, lascia addirittura il posto da consigliere regionale. Boni dovrebbe seguire l’esempio del giovane Renzo Bossi e lasciare lo scranno della presidenza”, dicono Gaffuri, Sola, Quadrini e Cremonesi. Ciò a maggior ragione, proseguono le opposizioni, “se anche Rosy Mauro, nostra ex collega e ora vicepresidente del Senato, come preannunciato, sta per dimettersi dall’incarico”. L’invito, dunque, è perentorio: “Boni lascia la presidenza e togli dall’imbarazzo l’intero Consiglio regionale”, concludono Pd, Idv, Udc e Sel.

 

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