Cronaca

Striscione Forza Nuova al Comune di Gadesco: «No a nuove cattedrali del consumo»

Nella serata di martedì 20 marzo i militanti di Forza Nuova Cremona hanno appeso uno striscione sull’entrata del comune di Gadesco Pieve Delmona, per manifestare il loro dissenso nei confronti della recente approvazione, da parte della giunta cittadina, del nuovo pgt che prevede la trasformazione a destinazione commerciale di 160.000 metri quadri di terreno agricolo a ridosso di CremonaDue. «Gli scenari futuri che si presentano – dicono i militanti di Forza Nuova – sono piuttosto tragici in quanto, mentre numerosissimi negozi e attività commerciali del centro di Cremona stanno chiudendo, piccoli comuni dell’hinterland come Gadesco, affetti da “cannibalismo commerciale” e forse bisognosi di entrate per rispettare i vincoli del patto di stabilità dettati dal governo Monti, decidono di raddoppiare le aree destinate alla G.D.O. Da sempre Forza Nuova si batte per una politica che preveda il ritorno della centralità nella filiera del commercio dei negozi di proprietà e delle piccole attività commerciali a conduzione familiare a discapito delle grandi catene. Troviamo a dir poco sbagliato e controproducente la costruzione di nuove “cattedrali del consumo”, multinazionali come l’Auchan, Carrefour, Iper riescono a sbaragliare la concorrenza di piccoli negozi, attraverso una strategia aziendale, che affama produttori e fornitori, in virtù del potere contrattuale delle loro forniture e offrono in cambio solo lavoro precario, trasformando nel giro di una generazione i proprietari in dipendenti».
«Non c’è da stupirsi – continua Forza Nuova – se passeggiando per le vie del centro di Cremona, ci accorgiamo che sono sempre di più le serrande dei negozi abbassate, politiche come quelle di Gadesco non fanno altro che peggiorare questa situazione e se a questo sommiamo anche l’inesorabile diminuzione dei consumi, ci chiediamo se i partiti i politici che governano la nostra provincia hanno previsto una soluzione per tutelare i nostri commercianti. Monti e tutti quelli che lo sostengono, attraverso la liberalizzazione degli orari hanno già deciso da che parte stare».

 

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