Ma che belli gli Orti Solidali di Cavatigozzi, un'iniziativa per riavvicinare l'uomo alla terra Ma perché così vicino a via Milano?
Una bella iniziativa, importante per riavvicinare l’uomo alla terra! Era ora! Ma… perché proprio a Cavatigozzi e proprio lì vicino a Via Milano? Soprattutto perché poche decine di metri da una delle industrie a rischio di incidente rilevante di Cremona: la Liquigas, ditta che ha uno stoccaggio di 663 tonnellate di GPL per la sua attività di commercio di bombole di gas! Si tratta come è noto da anni di una delle industrie a rischio di incidente rilevante che gravitano sulla periferia ovest di Cremona nel triangolo di 3 kmq che comprende: Raffineria Tamoil – Sol – Abibes – Oleificio Zucchi – Acciaieria e Zincheria Arvedi – Liquigas.
Una scelta del genere dimostra la grave mancanza di attenzione dei cittadini e delle autorità locali al problema delle industrie a rischio di incidente rilevante della Provincia di Crmeona. Chi ha promosso l’iniziativa ha dimenticato qualsiasi forma di prevenzione e di precauzione, aprendo a rischi notevoli i futuri utilizzatori degli Orti Sociali.
Leggendo le schede sul sito internet del Comune di Cremona dedicato alle industrie a rischio di incidente rilevante, si trova che per la Dittta Liquigas l’area di pianificazione dell’emergenza esterna è prevista in un raggio di 1.000 metri dallo stabilimento di Via Milano: saranno avvisati i futuri fruitori degli Orti Sociali? Quando cominceranno le esercitazioni di protezione civile e di emergenza esterna? Siamo poi proprio così sicuri che eventi incidentali si possano registrare solo per una distanza di 152 metri e solo all’interno del deposito di Via Milano? Certo è già un “miracolo, uno strano miracolo”, che quell’area di rischio si sia ridotta dai 500 metri del 2004 ai 152 metri di oggi: prodigi della tecnica o “necessità di tutelare Agropolis e la palestra di Cavatigozzi realizzata quest’ultima dal Comune di Cremona nel 2003-2004”? Evidentemente nel nostro Bel Paese, non vale nulla la drammatica esperienza dell’esplosione di GPL del treno di Viareggio, né quella della cisterna di GPL di Serra Riccò, né quella del metanodotto esploso lo scorso anno vicino ad Aulla. Neppure l’incidente ferroviario di Cavatigozzi con il deragliamento di tre carri cisterna carichi di GPL la sera del 5 dicembre 2005 al termine della visita del Presidente Ciampi a Cremona fa ricordare che occorre prudenza, molta prudenza e molta precauzione. Neppure altri incidenti con carri carichi di prodotti petroliferi diretti in raffineria dallo scalo merci di Cavatigozzi fa ricordare che quella zona degli Orti Solidali, vicina allo scalo merci di Cavatigozzi, al raccordo merci della Ditta Liquigas ed al raccordo merci che raggiunge il Porto Canale e la zona industriale, è una zona a rischio per l’incolumità delle persone.
A rischio anche per la salute di chi li va a coltivare. Non solo di incidenti rilevanti, ma anche per i fumi carichi di polveri sottili e di acido cloridrico (oltre ad altri acidi usati nella lavorazione) provenienti dalla vicina acciaieria e zincheria, dovrebbero far pensare a quale tipo di coltivazione agricola e orticola potrebbe uscire da questi “benedetti” Orti Solidali cremonesi. Orti evidentemente da spostare in un sito più idoneo allo scopo.
Ezio Corradi
Vicepresidente Coordinamento Comitati Ambientalisti Lombardia