Cronaca

Turismo: Cremona cammina, il resto della Lombardia corre L'indagine del Cersi su commissione dell'Ascom

– Sopra, da sinistra: Federico Lena, Fabio Antoldi, Oreste Perri, Giandomenico Auricchio, Claudio Pugnoli (foto Francesco Sessa)

Se i comuni lombardi corrono, Cremona cammina. Non fermi, ma a rilento rispetto alle altre realtà della nostra regione. Purtroppo è questa l’immagine che esce dalla corposa analisi del settore turistico ricettivo nella città di Cremona, analisi realizzata dal Cersi (Centro di Ricerca per lo Sviluppo Imprenditoriale) dell’Università Cattolica su commissione dell’Ascom di Cremona.
L’analisi, presentata questa mattina presso la sede dell’Ascom dal condirettore Cersi, Fabio Antoldi, si è incentrata esclusivamente sul capoluogo. I dati riguardano dunque la sola Cremona città e non il resto della provincia.

ATTRATTIVITA’ – In primo luogo, precisa l’analisi, emerge che “la città di Cremona si qualifica per un’elevata capacità di attrarre turisti stranieri rispetto alla stessa Provincia: questi, in termini di arrivi, rappresentano nel 2010 il 48,8% a livello comunale, mentre sono il 26,5% in Provincia. Tale attrattività appare oggi in crescita: i turisti stranieri arrivati nella città di Cremona sono cresciuti nel 2010 del +21,8%, a fronte di un incremento pari al 12,7% a livello provinciale”.
Rispetto agli altri comuni capoluogo, Cremona si distingue nel decennio 2001 – 2010 per l’incremento aggregato più basso in termini di flussi di arrivi (+4,4%), al contrario della sua Provincia (+48,4%)”.
Tra i dati ‘sensibili’, quello sulla permanenza media del turista nel territorio cremonese, una delle medie più basse a livello regionale: nel 2010 è stata pari a 1,8 giorni (1,6 negli alberghi), evidenziando un andamento decrescente all’interno delle strutture di tipo alberghiero, contrariamente a quanto riscontrato negli esercizi complementari e B&B.
Il turismo cremonese, inoltre, si concentra in alcuni mesi – Maggio, Giugno, Settembre e Ottobre -, in concomitanza con manifestazioni come la Fiera del bovino o Mondomusica, lasciando però scoperti gli altri periodi. I flussi degli stranieri, poi, si concentrano presso strutture extra alberghiere solo nei mesi centrali dell’anno (da Maggio ad Agosto).

LE STRUTTURE IN CITTA’ – Questo invece il quadro delle strutture in città: nel 2010 sono presenti a Cremona 25 strutture ricettive, 11 di tipo alberghiero e 14 appartenenti alla categoria degli esercizi complementari e B&B. Complessivamente, il numero di posti letto disponibili ammonta a 1.161, il 68,0% dei quali in strutture di tipo alberghiero (789).
Nel dettaglio, la tipologia di struttura ricettiva maggiormente rappresentata a Cremona nel 2010 è quella degli alberghi 3* (7 esercizi), seguita dagli alloggi in affitto e dai B&B (5 esercizi ciascuno) e dagli alberghi 4* (3 esercizi).
Tra il 2005 e il 2010, si apprende poi dall’indagine, il numero delle strutture ricettive presenti a Cremona è aumentato del 38,9% (da 18 a 25 unità). La crescita di quelle di tipo extra alberghiero (passate da 4 a 14 unità durante l’arco temporale di riferimento) ha più che compensato il calo degli esercizi alberghieri (14 nel 2005, ridottisi a 11 nel 2010). Durante lo stesso arco temporale la dimensione media delle prime è decresciuta (-63,3%, da 72,5 a 26,6 letti per esercizio); al contrario, quella delle strutture alberghiere è cresciuta del 9,7% (da 65,4 a 71,7 letti per esercizio). A livello aggregato, la dimensione media delle strutture ricettive presenti nel comune di Cremona si è contratta (-30,6%), passando da 66,9 a 46,4 posti letto per esercizio;
Rispetto al quadro regionale, nel 2010 Cremona si colloca al settimo posto tra i capoluoghi di provincia per numerosità degli esercizi ricettivi (39 esercizi): il dato cremonese appare largamente inferiore rispetto a quello di comuni quali Milano (660), Bergamo (182), Mantova (83), Brescia (79), Como (72) e Varese (52).
Cremona, evidenzia ancora il Cersi, “forma, insieme a Lecco, Lodi, Monza, Pavia e Sondrio, un sotto gruppo di comuni connotato da minore vitalità complessiva del settore ricettivo durante l’arco temporale di riferimento, se comparato a città quali Brescia, Bergamo, Como, Mantova e Varese – oltre, ovviamente, a Milano”.
Dal punto di vista della qualità delle strutture alberghiere, Cremona si colloca poco dopo la metà della classifica (settima posizione, con un valore dell’indice di qualità dell’offerta turistica pari a 0,38 nel 2010, contro lo 0,79 di Varese, prima classificata)”.

IL QUADRO DEL CERSI – “Complessivamente – argomenta il Cersi – i dati ci presentano un settore in crescita – come testimoniato sia dall’incremento degli arrivi e delle presenze a Cremona che dallo sviluppo delle strutture ricettive –, ma che, tuttavia, ha ancora ampi margini di miglioramento. Esso mostra anche alcune criticità rilevanti. La città di Cremona oggi si conferma capace di attrarre e polarizzare buona parte del flusso turistico in entrata in Provincia, mostrandosi meta soprattutto di turisti stranieri, che si dirigono decisamente più nel capoluogo che nel resto del territorio locale”.

QUALE FUTURO – Quale allora la sfida per i prossimi anni? Per il Cersi “il futuro turistico della città dipenderà soprattutto: a) dallo sviluppo complessivo della programmazione e del coordinamento degli eventi e delle proposte per i turisti; b) dalla promozione, in Italia e soprattutto all’estero, di Cremona come destinazione di turismo culturale; e c) dal potenziamento dell’accessibilità alla città per chi viene dall’estero, in particolare dalla capacità di migliorare la connessione, ferroviaria e/o su gomma, con gli aeroporti (quelli milanesi e di Orio al Serio) e con la città di Milano”.

L’APPELLO DI PUGNOLI – A questo proposito il presidente dell’Ascom, Claudio Pugnoli, ha fatto appello al sindaco Perri, al presidente della Camera di Commercio, Auricchio, e al vicepresidente della Provincia, Lena, affinché si dia vita ad un coordinamento pubblico-privato per rilanciare il turismo cremonese.

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