Circa 4mila cascine nel cremonese: Torchio propone l'esenzione Imu per chi investe nella manutenzione
Esenzione Imu per chi investe nella manutenzione delle cascine, che a Cremona sono circa 4mila. Il Consigliere provinciale Giuseppe Torchio ha depositato una mozione al Consiglio contro le decisioni del Governo che assoggetteranno all’IMU tutti i fabbricati rurali, “gravando così in maniera iniqua su tutto il comparto agricolo”.
La mozione impegna la Giunta Provinciale a recepire la forte protesta del mondo agricolo rispetto alla decisione governativa di applicare un’imposta in totale dissonanza con le azioni programmate e ad attivare ogni iniziativa sui livelli istituzionali e di Governo perché, a fronte di precisi ed inequivocabili impegni alla manutenzione di tale patrimonio da parte dei proprietari conduttori, si provveda a ridurre o ad annullare tale imposta.
Di seguito il testo integrale della mozione:
Premesso che, in passato, dapprima il comune di Cremona e successivamente la provincia hanno provveduto al censimento delle cascine che constava su un cospicuo patrimonio di circa 200 a livello del capoluogo e di oltre 4 mila a livello provinciale;
che è stato a più riprese posto il problema del recupero di tale imponente patrimonio edilizio rurale caratterizzato da valenze artistiche ed architettoniche di grande pregio e riferite a significativi passaggi della civiltà contadina e che, anche recentemente, è stata avanzata la proposta di candidare tale prezioso giacimento culturale quale “Patrimonio dell’Umanità” dell’Unesco;
che a livello regionale e nazionale sono state presentate, pur senza lusinghieri successi, varie proposte di legge per garantire la tutela di tale significativo patrimonio culturale e che da più parti è stata affacciata la proposta di esentarlo dall’Ici quale compensazione riferita ad un preciso e concreto impegno alla manutenzione e conservazione;
che, stante la lamentata continua sottrazione di superfici agricole, in termini irreversibili per la risorsa suolo che non è riproducibile, sono state affacciate diverse ipotesi di recuperare le volumetrie dei fabbricati rurali anche per nuove e diverse attivita produttive in luogo di costante sottrazione di territorio fertile;
che la Provincia di Cremona per la sua stessa natura non poteva sottrarsi da un dibattito che, storicamente, ha animato i circoli culturali ed artistici anche a livello nazionale ed europeo, preoccupati del grave degrado e dell’incuria che, sovente, ha avvolto tale problematiche;
che circa un migliaio di tali storiche strutture con il compendio di dimore, signorili e non, è stata definitivamente compromessa mentre molte altre sembrano destinate a seguire la stessa sorte ingloriosa;
che era stata affacciata la candidatura al loro recupero attraverso programmi di edilizia residenziale pubblica finanziati dalla Regione Lombardia e per altre funzioni anche di carattere culturale;
che il progetto “Valle del Po” presentato dalle 13 province rivierasche aveva ricevuto per impegno del Governo Prodi un finanziamento di 180 milioni di euro sui fondi FAS, successivamente attribuiti alla Presidenza del Consiglio, conteneva alcuni progetti pilota per il recupero delle cascine padane;
che il Governo in carica, con una rozzezza degna di un’insufficiente conoscenza di tale problematica, forse unita ad una profonda incultura rurale, ha deciso di assogettare tali costruzioni all’Imu e che, a fronte dei vistosi tagli alla finanza locale, anche il sistema dei Comuni sta valutando l’ipotesi di applicare tale imposta a livelli elevati;
IL CONSIGLIO PROVINCIALE DI CREMONA
ripropone la centralità della problematica delle cascine cremonesi e del cospicuo patrimonio edilizio rurale a livello della sensibilità ed attenzione culturale a livello nazionale ed europeo;
segnala la loro rilevanza in relazione al prossimo Piano di Sviluppo Rurale 2014-2020, ai Fondi FAS, ai progetti FEASR ed al sistema dei Fondi Europei che richiede la ferma volontà di avanzare circostanziata candidatura da parte degli Enti Locali e della Regione;
impegna la Giunta Provinciale a recepire la forte protesta del mondo agricolo rispetto alla decisione governativa di applicare un’imposta in totale dissonanza con le azioni programmate e ad attivare ogni iniziativa sui livelli istituzionali e di Governo perché, a fronte di precisi ed inequivocabili impegni alla manutenzione di tale patrimonio da parte dei proprietari conduttori, si provveda a ridurre o ad annullare tale imposta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA