Cronaca

Targhe alterne e blocco ad oltranza, ma il Pm10 non scende Cosa ne pensano i cremonesi? Il sondaggio di Cremonaoggi

23 sforamenti nel solo mese di febbraio, considerando la media delle pm10 rilevata nell’area 1 (Cremona e comuni limitrofi), criterio peraltro adottato arbitrariamente dal Comune di Cremona, ma ininfluente per l’Arpa che considera come sforamento il singolo superamento dei 50 microgrammi al metro cubo. 35 giorni oltre i limiti consentiti per legge dall’Ue abbondantemente superati. In città dal 22 febbraio vigono ininterrottamente le targhe alterne, domenica 26 (per la seconda volta da inizio anno) c’è stato il blocco totale del traffico e, visti i dati e le previsioni meteo, per domenica 4 si prevede un nuovo stop alle auto. Le misure adottate dall’amministrazione comunale per la lotta all’inquinamento sono inutili? La Giunta è arrivata troppo tardi? Serve un progetto a più ampio respiro e a più larga diffusione?
Accanto alle polemiche, il recente parere degli epidemiologi, pubblicato da Corriere.it. Un documento storico elaborato dalla medicina respiratoria e pubblicato sulla rivista European Respiratory Journal, in cui si chiede ai legislatori della Unione europea, di tener conto dell’allarme inquinamento quando si dovrà rimetter mano nei prossimi mesi alla Direttiva europea che fissa i limiti degli inquinanti nell’aria e delle nuove politiche anti-smog. «La direttiva europea – si legge nel decalogo presente all’interno del documento – che fissa attualmente i limiti di legge degli inquinanti (la 2008/50), non tutela in realtà la salute, ma è piuttosto un compromesso fra il voler minimizzare il danno sanitario e gli obiettivi realistici di tipo politico e tecnologico. Il limite (che vale anche per la legge italiana) di 25 microgrammi /metro cubo per le polveri più sottili (2,5 micron) non è sufficiente a proteggere da rischi di tumori e infarti. Le linee guida dell’OMS, peraltro, sono di due volte e mezzo più restrittive, e anche la legislazione statunitense è più cautelativa». Con i limiti consentiti attualmente in Europa (e i noti sforamenti), l’OMS ha stimato una perdita media di vita di 8,6 mesi pro capite (da un minimo di 3 mesi in Finlandia a un massimo di 13 mesi in Belgio e in Italia). «Un conto pesantissimo, inaccettabile, che deve convincere le autorità nazionali ed europea a porre la riduzione dell’inquinamento atmosferico fra le priorità di salute pubblica».

 

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