Cittadinanza agli immigrati regolari, la bocciatura del Consiglio lascia l'amaro in bocca
La bocciatura dell’odg che proponeva di conferire simbolicamente un attestato di cittadinanza ai figli di immigrati regolari nati e residenti nel nostro Paese lascia l’amaro in bocca.
Si è persa l’occasione di un gesto di civiltà, sicuramente non esaustivo, cui devono seguire reali politiche per la famiglia, per la casa, per l’ inserimento scolastico e sociale destinata ad una popolazione che sta costruendo il proprio futuro nel nostro Paese. Ad uno di questi bambini potrebbe capitare nei prossimi anni quello che è capitato a Barack Obama!
Un gesto di civiltà, nel solco di una tradizione centenaria che ha visto nascere a Cremona l’ Opera Bonomelli per l’assistenza ai migranti, che le forze politiche della maggioranza hanno preferito accantonare nascondendosi dietro ad un voto di astensione.
Un’ iniziativa che si va ad aggiungere e rafforza l’adesione data dal Comune all’iniziativa ANCI per i figli di immigrati che compiono i 18 anni.
Chiaro e scontato il voto della Lega, che da sempre ha cavalcato il disagio dell’immigrazione, mettendo sullo stesso piano immigrazione e illegalità, favorendo la diffusione di una cultura ostile a queste popolazioni, non rendendosi conto che il fenomeno dell’immigrazione non è un fatto emergenziale o temporaneo, ma un fatto strutturale che porterà la nostra società ad essere sempre più un insieme di culture, tradizioni, religioni, in cui quel che conta è il rispetto e l’educazione ai doveri, che sono indispensabili per rivendicare i diritti.
Incomprensibile invece il voto di astensione del PDL, soprattutto di quella componente che in ogni istante riconduce il suo impegno politico ai valori della pratica cattolica, incomprensibile l’astensione del gruppo misto ed in particolare di coloro che si riconoscono nel FLI, il cui leader è tra i più convinti sostenitori dei diritti civili e di cittadinanza per gli immigrati.
Poiché non voglio pensare che anche il PDL sia condizionato da una visione qualunquista anche se diffusa e preferisca non apparire come quello che sposa la causa degli immigrati, devo concludere che ancora una volta vi è la volontà di affossare ogni iniziativa dell’UDC, in particolare su temi che hanno rilevanza etica e che vogliono dare il segno di un modo diverso per fare politica. Così è stato sulla trasparenza per le società partecipate, così è stato sull’abolizione del cumulo di cariche e di compensi, così sulla semplificazione delle società, come pure sulla gestione del ciclo idrico.
Non è sicuramente un buon viatico alla condivisione di obiettivi e priorità che l’UDC ha chiesto nella verifica di maggioranza.
Angelo Zanibelli
Capogruppo Udc